Neelie Kroes detta le priorità digitali del 2013

La Commissaria europea sull'Agenda digitale stila un elenco delle cose da fare: banda larga, sicurezza, diritto d'autore. E si definisce una combattente.
La Commissaria europea sull'Agenda digitale stila un elenco delle cose da fare: banda larga, sicurezza, diritto d'autore. E si definisce una combattente.

Una sfida personale. Così Neelie Kroes definisce il suo compito come responsabile dell’agenda digitale europea. A 71 anni, alle spalle un curriculum eccezionale, nella conferenza stampa di fine anno ha tirato fuori tutta la sua energia presentando le linee guida per il 2013.

Che “steely Neelie” non fosse soltanto una burocrate si era capito in altre occasioni: originale nel suo punto di vista sul copyright, capace di scendere in campo direttamente – una rarità nell’ambiente – per sostenere il voto del Parlamento italiano al decreto 2.0, la commissaria ha pubblicato sul suo blog un commento al rapporto di fine anno che è una specie di impegno pubblico verso questo tema.

Abbiamo condotto una revisione completa della nostra Agenda digitale per l’Europa e sta andando bene. Ma questo non è sufficiente. Ieri non conta nel mondo digitale, l’autocompiacimento è un killer. E l’Europa non ha tempo.

Le nuove priorità in campo digitale sono sette:

  1. Creare un nuovo contesto normativo stabile per la banda larga
  2. Nuove infrastrutture per servizi digitali pubblici attraverso il Meccanismo per collegare l’Europa
  3. Avviare una grande coalizione sulle competenze e i posti di lavoro in ambito digitale
  4. Proporre una strategia e una direttiva UE in materia di sicurezza informatica
  5. Aggiornamento del quadro UE relativo ai diritti d’autore
  6. Accelerare il “cloud computing” attraverso il potere d’acquisto del settore pubblico
  7. Avviare una nuova strategia industriale per l’elettronica

La “to-do list” è al contempo una rassicurazione e un campanello d’allarme, conferma alcuni passi avanti e segnala problemi rilevanti. Partendo da un dato abbastanza impressionante: la crescita dell’economia digitale è sette volte più veloce della media europea. Senza di essa, il vecchio continente sarebbe in una recessione ancora peggiore.

La piena attuazione dell’Agenda digitale aggiornata aumenterebbe il PIL europeo del 5% nei prossimi otto anni, attraverso un aumento degli investimenti nelle ITC, il miglioramento del livello di competenze digitali della forza lavoro, l’innovazione nel settore pubblico e la riforma delle condizioni di base per l’economia di internet. In termini di impiego potrebbero essere creati 1,2 milioni di posti di lavoro. A lungo termine ciò porterebbe alla creazione di 3,8 milioni di nuovi posti di lavoro in tutti i settori dell’economia.


La questione su come attuare l’agenda aggiornata al 2013/2014 rimanda fondamentalmente a tre aspetti: spingere i governi a piani d’azione condivisi sulla digitalizzazione, che permetterebbe grandi risparmi nei conti pubblici; grazie al risparmio e a condizioni economiche migliori, strappare al Consiglio i fondi per le infrastrutture (banda larga in primis); trovare la quadra e produrre finalmente direttive UE sulla sicurezza informatica e sul diritto d’autore.

E sono le parole della Neeelie in versione combattente a concludere perfettamente il discorso:

Io dico a chi non crede in questa agenda: se volete avere speranza non passate tutto il vostro tempo negli uffici di Bruxelles, andate a vedere i nostri imprenditori, le startup: stanno costruendo il futuro e lo stanno facendo più velocemente della Cina. (…) Io lavorerò senza fiato nel 2013 e nel 2014 per dare ai nostri giovani, i nostri imprenditori, le condizioni e gli incentivi che si meritano, in modo che tutti possano condividere i loro successi.

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