Olympus MEG4.0, occhiali in risposta ai Google Glass

La nuova moda dell'industria tecnologica: occhialini per la realtà aumentata anche per Olympus.
La nuova moda dell'industria tecnologica: occhialini per la realtà aumentata anche per Olympus.

Olympus MEG4.0 sono gli occhialini per la realtà aumentata progettati e presentati dal produttore giapponese e che mirano già a rompere le uova nel paniere a Google Glass, l’ambizioso progetto di Mountain View. C’è da dire che il concept è tuttavia differente rispetto la soluzione Google, perché se i Glass della Big G funzionano come dispositivo stand-alone, quanto realizzato da Olympus rappresenta invece una “semplice” espansione di un device già in possesso, come uno smartphone.

Si tratta quindi di occhialini accessori, che funzionano soltanto se combinati con un dispositivo dotato di processore e connessione Internet propria. Non qualcosa in grado di attivarsi in maniera indipendente. Gli Olympus MEG4.0 consistono allora in un semplice display QVGA con risoluzione pari a 320×240 pixel, il tutto accompagnato da un accelerometro e un modulo per la connettività Bluetooth, questa importantissima per permettere all’accessorio di interagire con uno smartphone. L’autonomia garantita è di 8 ore, mentre il peso degli occhiali è di circa 30 grammi.

Nonostante il progetto sia in lavorazione, assicurano i giapponesi, da ben 7 anni è un pezzo tecnologico che finisce per somigliare ai Google Glass soltanto nell’aspetto estetico, e mica tanto visto che rispetto al prototipo di Mountain View si presentano più voluminosi e meno eleganti. Dal punto di vista delle caratteristiche tecniche il vantaggio è a favore di Google, dato che i MEG4.0 non permetteranno di scattare foto o di connettersi a Internet in maniera autonoma, replicando semplicemente su schermo soltanto quanto trasmesso dallo smartphone.

In ogni caso resta pur sempre un accessorio interessante che conferma ancora una volta come l’industria tecnologica, dopo aver spremuto al massimo da smartphone e tablet, pare abbia trovato negli occhialini tecnologici la prossima gallina dalle uova d’oro. Ammesso che riescano a colpire il mercato come sperano i produttori.

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