/https://www.webnews.it/app/uploads/2025/07/wp_drafter_1219394.jpg)
Una nuova ondata di accuse scuote il settore tecnologico: Opera, nota società norvegese sviluppatrice di browser, ha formalmente presentato una denuncia presso l’autorità antitrust brasiliana CADE contro il colosso americano Microsoft. Al centro della controversia vi sono pratiche che, secondo Opera, ostacolerebbero la libera concorrenza e limiterebbero la scelta degli utenti nel sempre più competitivo mercato browser.
Secondo la denuncia, Microsoft continuerebbe a configurare automaticamente Edge come browser predefinito su ogni dispositivo Windows, erigendo barriere significative per chi desidera optare per soluzioni alternative. Questa impostazione di default, sottolinea Opera, si traduce in una limitazione sostanziale della libertà di scelta degli utenti e rafforza una posizione dominante già consolidata nel panorama digitale.
Non meno rilevante è la questione legata ai cosiddetti dark patterns, ovvero tecniche di design dell’interfaccia utente che, secondo l’accusa, influenzerebbero in modo subdolo le decisioni dei consumatori. In particolare, Opera sostiene che Microsoft adotti messaggi invasivi e notifiche che scoraggiano l’installazione di browser concorrenti e favoriscono l’utilizzo esclusivo di Edge. Un esempio emblematico riguarda l’apertura dei link provenienti da applicazioni come Outlook e Teams, che verrebbero forzatamente indirizzati verso Edge a prescindere dalle preferenze espresse dall’utente.
Un ulteriore elemento di rilievo nella denuncia riguarda la politica degli incentivi offerti da Microsoft ai produttori di PC. Secondo quanto riportato da Opera, tali accordi esclusivi garantirebbero la preinstallazione di Edge su numerosi dispositivi, riducendo drasticamente le opportunità di accesso al mercato browser per gli altri attori del settore. Questo meccanismo, si legge nella denuncia, contribuisce a rafforzare la posizione dominante di Microsoft e a rendere ancora più difficile la sopravvivenza di alternative come Opera.
Il confronto tra le due aziende non è nuovo. Già nel 2007, Opera aveva portato Microsoft davanti alla Commissione Europea, accusandola di aver integrato Internet Explorer all’interno di Windows in modo anticoncorrenziale. Quella vicenda si concluse con una sanzione record di 561 milioni di euro inflitta al gigante di Redmond, segnando un precedente importante nella regolamentazione del settore.
La tensione tra Opera e Microsoft si è riaccesa anche in tempi recenti. Nel luglio 2024, la società norvegese ha criticato la decisione della Commissione Europea di esentare Edge dagli obblighi previsti dal Digital Markets Act, sostenendo che tale scelta consentirebbe a Microsoft di continuare a soffocare la concorrenza nonostante le nuove normative pensate per garantire un ecosistema digitale più aperto e competitivo.
I dati di mercato raccolti in Brasile illustrano con chiarezza la portata del problema. Il browser Chrome detiene una quota di mercato pari al 75%, seguito da Edge con l’11,52% e da Opera con il 6,78%. Queste cifre, sottolinea la società norvegese, sono la prova tangibile di quanto sia arduo competere in un contesto fortemente influenzato dalle scelte dei produttori di sistemi operativi e dalle strategie adottate dai principali player.
Con questa iniziativa, Opera chiede ufficialmente a CADE di avviare un’indagine approfondita sulle pratiche di Microsoft e di adottare misure correttive in grado di ristabilire condizioni di equa concorrenza nel mercato browser. Le possibili ripercussioni di una decisione in tal senso potrebbero andare ben oltre i confini brasiliani, incidendo sull’equilibrio competitivo dell’intero settore tecnologico a livello globale.
Se vuoi aggiornamenti su Microsoft inserisci la tua email nel box qui sotto: