Recensioni Clickblog: Sony A77

Abbiamo provato in esclusiva per voi la reflex con specchio traslucido Sony A77
Abbiamo provato in esclusiva per voi la reflex con specchio traslucido Sony A77


La Sony nel settore delle APS-C sta puntando dichiaramente sulla tecnologia dello specchio traslucido, che consente di mantenere sempre attivo il veloce e preciso autofocus a rilevamento di fase, pur mantenendo il sensore sempre acceso per la visione live view. Questo alla prova dei fatti consente elevate cadenze delle raffiche fotografiche ed ovviamente l’autofocus funzionante in continuo durante le riprese video. Tale funzionalità ha anche spinto l’azienda ad eliminare il classico mirino ottico a pentaprisma o pentaspecchio, sostituendolo con un’unità elettronica.

Questa tecnologia è stata abbinata ad un sensore CMOS retroilluminato da ben 24 Megapixel sulla nuova Sony A77, che si presenta come il corpo professionale della gamma APS-C. Giustamente viene offerto in kit insieme allo zoom Sony DT 16-50mm f/2.8 SSM, che abbina compattezza e luminosità. Grazie alla Sony Italia ho avuto la possibilità di mettere alla prova questa accoppiata. Ecco in dettaglio le mie impressioni.

Sony A77

DESIGN ED ERGONOMIA

La Sony A77 è grossa e pesante. Ma non è un difetto. Trasmette una sensazione di solidità davvero rassicurante. Inoltre si impugna tremendamente bene. Era dai tempi della gloriosa Minolta Dynax 7D, di cui questa Sony è la lontana erede, che una fotocamera non mi cadeva così bene in mano. La sagomatura permette di gestire il peso con pollice e medio, evitando tensioni che alla lunga stancano la mano e rendono difficile scattare specialmente quando si usano lenti ed accessori pesanti. Lungo il corpo ho contato ben 23 pulsanti e ghiere di controllo, quindi è davvero facile controllare le funzioni della fotocamera senza doversi perdere tra i menù. In particolare ho apprezzato i tasti per il modo di avanzamento, per il bilanciamento del bianco, per la compensazione e per l’ISO immediatamente dietro al pulsante di scatto: essendo i parametri che si modificano più frequentemente è giusto che siano a portata di dito indice. Trovo invece superfluo il display monocromatico superiore: i dati di scatto possono essere riepilogati comodamente sul display posteriore, dove sono anche più facilmente leggibili. Proprio il display LCD da 3″ è uno dei punti di forza di questa fotocamera: grazie al doppio snodo del supporto può sporgere sopra o sotto la fotocamera. Questo permette di realizzare facilmente autoscatti nonché riprese dall’alto e dal basso. In galleria trovate due scatti fatti a mia figlia senza problemi sfruttando appunto il display. In realtà questa fotocamera ha anche un terzo display, ovvero quello dentro al mirino. Infatti pur avendo uno specchio, anche se traslucido, questo non viene usato come nelle reflex tradizionali per la visione, ma unicamente per far funzionare l’autofocus a rilevamento di fase. Il mirino pertanto non è altro che un monitor che riproduce le immagini in live view. Pur essendo il migliore mirino elettronico che abbia provato sinora, siamo comunque ben lontani dalla resa di un pentaprisma o anche di un buon pentaspecchio. La visione è ampia e nitida, ma il rumore video e le variazioni di luce tendono a distrarre. Lavorando poi in sala di posa si deve fare attenzione a disattivare la voce “Effetto Impostato” sotto “Visualizzazione Live View”: altrimenti impostare 1/160s, f/8 e 100 ISO con le sole luci pilota accese, corrisponde a trovarsi il mirino nero e quindi inutilizzabile. Infatti l’impostazione standard fa in modo che nel mirino abbiamo l’anteprima dell’immagine che otterremo, ma se lavoriamo in luce flash l’anteprima è un bel rettangolo nero. Sempre in sala posa mi sono poi scontrato con la slitta flash non standard. Per poter montare i telecomandi Cactus V5 che uso per le mie monotorce, ho dovuto quindi installare l’adattatore Minolta FS-1100 , fortunatamente in mio possesso.

IMPRESSIONI D’USO

Usare la Sony A77 è un piacere. Facile da utilizzare, facile da impostare, facile ottenere buoni risultati. L’autofocus è davvero veloce e preciso. Anni luce di distanza dall’autofocus lento ed impreciso montato sulla Sony A700 del 2007. L’esposimetro lavora bene, anche se tende a sottoesporre, specialmente negli scatti in sala posa. Nessun problema in esterni, dove ovviamente possiamo scegliere tra lettura multisegmento, prevalente al centro e spot. L’Auto ISO è presente e funziona bene, anche se non è possibile decidere il tempo di scatto minimo sotto cui non scendere, né impostarlo in relazione alla lunghezza focale per mantenere il classico tempo di sicurezza. Il bilanciamento del bianco è buono in tutte le condizioni di illuminazione. Il sistema di stabilizzazione basata sul sensore funziona molto bene, come potete vedere nello scatto di prova in galleria, dove ho ottenuto uno scatto utilizzabile pur essendo di circa 3 stop sotto al tempo di sicurezza. Infine una menzione d’onore al Sony DT 16-50mm f/2.8 SSM: non sarà uno Zeiss, ma ha una resa davvero ottima a tutta apertura, poche distorsioni, ottimo contrasto. Davvero l’ottica ideale per chiunque utilizzi fotocamere APS-C della Sony.

QUALITÀ IMMAGINE

I JPG sfornati dalla Sony A77 sono davvero ottimi. Non si è più costretti come qualche anno fa a scattare solo in RAW per avere risultati adatti alla stampa. Ora sta al fotografo la scelta se scattare in JPG per avere dei files belli e pronti, oppure se scattare in RAW per avere ancora più dettaglio fine su cui lavorare. Di dettaglio poi ce n’è davvero anche troppo. La risoluzione di 24 Megapixel rende giustamente pesante l’archiviazione: se scattiamo in RAW+JPEG ci troviamo con circa 30 MB per ogni immagine. Tutta questa risoluzione ci permette però di fare dei ritagli unici. Se guardate nell’esempio dell’ingranaggio in galleria vedete che ritagliare un 20x30cm a 300dpi senza interpolazioni vuol dire sfruttare poco più della metà della risoluzione disponibile.

A CONFRONTO

Non avendo disponibile nessuna fotocamera con una risoluzione adeguata, stavolta non ho fatto alcun confronto con prodotti differenti. Guardando però la carrellata degli scatti dei miei soliti pupazzetti noterete come il rumore arrivi presto a farsi vedere. O meglio il rumore non si vede, ma si nota il lavoro dell’elettronica per nasconderlo. Diminuisce il dettaglio in modo evidente già a 800 ISO, mentre l’aumento della maschera di contrasto crea artefatti a 3200 ISO. In ogni caso se stampiamo su piccolo formato i 12800 ISO sono comunque utilizzabili. Da sottolineare la possibilità di spingerci fino a 16000 ISO oppure di scendere fino ai 50 ISO, utile per chi cerca tempi lunghi anche in situazioni di forte luce.

CARATTERISTICHE SPECIALI

Sulla Sony A77 troviamo tutte le funzioni che caratterizzano i prodotti della casa giapponese, già sperimentate da tempo sia sulle compatte, sulle reflex e sulle mirrorless. Abbiamo quindi il focus peaking, ovvero la messa a fuoco manuale assistita da una evidenziazione delle linee, il panorama assistito, l’HDR, la modalità crepuscolo. Abbiamo anche il GPS per la georeferenziazione degli scatti. Abbiamo poi la possibilità di scattare raffiche da 12fps. Ovviamente il comparto video è completissimo, potendo riprendere video Full HD a 24p/50p con audio stereo e con autofocus a rilevamento di fase sempre attivo. Non mancano ingresso per microfono esterno ed uscita HDMI.

COSA CHIEDEREI DI PIÙ

Sarò controcorrente, ma preferirei lo stesso corpo macchina con un sensore dalla risoluzione più bassa. Questo ovviamente a tutto vantaggio della gestione del rumore. Sempre per remare contro al progresso vorrei avere anche un mirino ottico: con il mirino elettronico proprio non mi trovo a mio agio. Infine, e qui non vado contro le tendenze del mercato, vorrei un doppio slot di memoria. Avere due schede che lavorano in sequenza oppure in parallelo, è davvero una caratteristica importante per chi fa un uso professionale della fotocamera.

CONCLUSIONI

Io nel 2008 mi sono venduto un enorme corredo Konica Minolta e Sony in quanto non ero soddisfatto dei loro prodotti. Troppo spesso mi trovato con scatti da buttare per problemi legati ad esempio all’autofocus, che mi confermava quando in realtà non aveva affatto focheggiato. Cinque anni fa evidentemente il passaggio di consegne dalla Konica Minolta alla Sony era ancora troppo fresco. Oggi la storia è cambiata. La Sony A77 è una fotocamera matura ed al tempo stesso innovativa. Abbinata con l’ottimo 16-50mm della prova restituisce risultati che soddisfano sia l’amatore che il professionista.

Per concludere ecco riassunto cosa mi è davvero piaciuto e cosa non:

Piace:

– Ergonomia
– Solidità
– Display completamente orientabile
– Velocità e precisione autofocus
– Qualità immagine
– Ottica della prova

Non piace:

– Mirino elettronico
– Effetto riduzione rumore alle medio/alte sensibilità
– Elevata risoluzione
– Slitta flash non standard ed adattatore non fornito
– Unico slot per schede di memoria

Voglio ringraziare infine mia figlia Giorgia e la splendida modella Gala Vorotyntseva per aver posato negli scatti di prova.

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