Sony: addio Betamax

Il formato che tentò di rappresentare (senza successo) un'alternativa al VHS giunge al capolinea: Sony ha annunciato la fine del supporto per Betamax.
Il formato che tentò di rappresentare (senza successo) un'alternativa al VHS giunge al capolinea: Sony ha annunciato la fine del supporto per Betamax.

Prima dello streaming, del Blu-ray e del DVD, in un’epoca ancora lontana dall’adozione di termini come HD, Full HD e 4K, erano le videocassette a rappresentare il supporto per eccellenza nell’ambito dell’intrattenimento cinematografico tra le mura domestiche. Tutti conosco bene il formato VHS, capace di imporsi sul mercato grazie a prezzi fin da subito accessibili di supporti, registratori e lettori. È invece meno noto Betamax, proposto da Sony e mai capace di ottenere il successo sperato.

Oggi il gruppo nipponico annuncia l’intenzione di abbandonare definitivamente il progetto, ponendo fine alla commercializzazione delle cassette MicroMV a partire dal marzo 2016. Quella di Betamax è una storia che affonda le radici addirittura negli anni ’70: i primi due apparecchi domestici (SL-6300 e LV-1801) sono stati lanciati in Giappone nel 1975 e un anno più tardi il modello SL-7200 ha fatto il suo debutto negli Stati Uniti. Sebbene tecnicamente superiore rispetto al VHS di JVC, Betamax non riuscì mai a conquistare il mercato a causa della scelta di Sony di non stringere partnership con altri produttori e, di conseguenza, riscuotendo uno scarso interesse da parte delle case cinematografiche.

La produzione dei videoregistratori per questo formato si è conclusa nel 2003 e nel marzo prossimo arriverà al capolinea anche la distribuzione delle cassette. Il naturale e inevitabile abbandono di Betamax segna, quasi metaforicamente, la fine di un’epoca in cui la fruizione dei contenuti multimediali (siano essi musica, film o immagini) è stata legata ad un supporto fisico, tangibile, da toccare.

Oggigiorno, con lo streaming sempre più presente nel quotidiano degli utenti, l’acquisto di DVD, Blu-ray, CD o vinili sembra essere progressivamente destinato ad una nicchia composta perlopiù da collezionisti. Lo dimostra anche l’interesse verso piattaforme come Netflix, Infinity o Sky Online, attive nel nostro paese, dove la smaterializzazione dei contenuti e l’accesso istantaneo ad un vasto catalogo di pellicole sono alla base del servizio.

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