Tesla Model X: se la guida autonoma non funziona

La guida autonoma di una Tesla Model X non ha funzionato a dovere: grande spavento e qualche bruciatura, ma Tesla smentisce la versione dell'autista.
La guida autonoma di una Tesla Model X non ha funzionato a dovere: grande spavento e qualche bruciatura, ma Tesla smentisce la versione dell'autista.

La guida autonoma. Un insieme di tecnologie nate con il preciso obiettivo di porre rimedio alla fallibilità dell’essere umano, evolvendo la mobilità verso un modello più sicuro per tutti, privo degli inevitabili rischi legati a comportamenti irresponsabili, stanchezza o distrazioni. E se, invece, a causare incidenti e situazioni pericolose fossero proprio i sistemi equipaggiati a bordo delle self-driving car?

È quanto accaduto a Puzant Ozbag e a sua moglie, da pochi giorni possessori di una Tesla Model X. Durante la manovra di parcheggio in un’area commerciale, il veicolo ha inspiegabilmente iniziato ad accelerare, diventando incontrollabile e terminando la propria corsa contro il muro di un edificio dopo aver percorso metri e metri di fioriere. Fortunatamente sulla sua traiettoria non ha incrociato alcun pedone, né altre vetture, anche se la donna seduta al posto di guida ha riportato diverse bruciature al braccio dovute alla violenta apertura degli airbag. Non è chiaro cosa non abbia funzionato a dovere e l’automaker non è intervenuto in via ufficiale sulla questione.

Entrando in un parcheggio, oggi, la nostra Tesla X di soli cinque giorni ha improvvisamente e inaspettatamente accelerato fino a raggiungere una velocità elevata, percorrendo 12 metri di aiuole e schiantandosi contro un edificio. Gli airbag si sono aperti, provocando come conseguenza delle bruciature sul braccio di mia moglie.

Ozbag sottolinea come le conseguenze dell’incidente avrebbero potuto essere ben più gravi: con il volante impostato su un altro angolo di sterzata, la Model X sarebbe finita dritta nella vetrina di un negozio, travolgendo i clienti all’interno.

Questo avrebbe potuto causare un incidente fatale se il volante dell’auto non fosse stato girato leggermente a sinistra. Andando dritto, avrebbe sorpassato le fioriere per poi schiantarsi nel negozio di fronte al parcheggio, finendo con il ferire o uccidere i clienti.

Non è il primo caso in cui si parla di un malfunzionamento delle tecnologie self-driving sviluppate da Tesla. Di recente si sono verificati altri due incidenti: il primo dovuto ad un comportamento anomalo della funzionalità Summon che permette di muovere il veicolo su brevi distanze senza nessuno a bordo e il secondo per un errore del Traffic Aware Cruise Control che regola la marcia automaticamente quando ci si trova in coda.

Ogni veicolo del gruppo è equipaggiato con un dispositivo che registra i parametri di viaggio all’interno di un log, così da poterli analizzare (anche da remoto) per stabilire l’esatta dinamica in caso di anomalie. L’accaduto testimonia quanto ancora ci sia da lavorare perché la guida autonoma possa essere considerata al 100% affidabile. Gruppi come Tesla, Google e altri automaker sono impegnati proprio in questa direzione, raccogliendo feedback e perfezionando gli algoritmi che regolano i sistemi di bordo.

Update: La prima versione fornita dall’autista del mezzo sembra smentita dai log registrati dall’auto. Secondo quanto immediatamente fatto sapere da Tesla, infatti, nei minuti antecedenti all’impatto l’automobile è stata utilizzata in modalità manuale: a un certo punto, mentre stava procedendo alla velocità di circa 10 chilometri all’ora, il pedale dell’acceleratore è stato premuto a fondo, fino a raggiungere la massima accelerazione. L’impatto sarebbe stato la conseguenza di questa accelerazione. Il proprietario dell’auto ha asserito di non aver agito in alcun modo sull’auto per causare l’incidente e viceversa Tesla sostiene che i log raccontino una versione differente.

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