Tim Cook VS Chromebook: "Macchine per i test"

Tim Cook parla dell'ascesa dei Chromebook e dei dispositivi analoghi in ambiente scolastico, a seguito della standardizzazione centrale dei test USA.
Tim Cook parla dell'ascesa dei Chromebook e dei dispositivi analoghi in ambiente scolastico, a seguito della standardizzazione centrale dei test USA.

Nell’ultimo anno, una nuova famiglia di dispositivi ha minato la tradizionale supremazia di Apple negli istituti scolastici statunitensi. Complici anche le nuove disposizioni centrali sui test elettronici, molte scuole a stelle e strisce hanno conseguentemente deciso di acquistare un gran numero di Chromebook, i laptop economici targati Google. In occasione di una recente intervista per BuzzFeed News, Tim Cook ha fatto sapere di non essere particolarmente preoccupato dal nuovo trend, poiché Cupertino non sarebbe intenzionata a gareggiare in una corsa al ribasso per l’istruzione: «Apple non fa macchine per i test», non ora e nemmeno nell’immediato futuro.

Il 2015 è stato un anno molto importante per l’informatizzazione delle scuole statunitensi, in particolare con l’introduzione dei test elettronici standardizzati. Sempre più stati hanno deciso di regolare a livello centrale la fase di test annuale per gli studenti, richiedendo agli istituti di dotarsi di dispositivi idonei, con supporto tastiera obbligatorio, in tempi brevissimi. Così molti distretti scolastici si sono trovati a dover disinvestire in progetti di lungo termine, come l’acquisto e la distribuzione di tablet, per cercare un gran numero di laptop dai costi contenuti. La scelta è ricaduta sui Chromebook di Google, device potenti ma mediamente economici, a discapito delle soluzioni targate mela morsicata. Secondo quanto riportato da BuzzFeed News, sulla base di stime rilasciate dalla stessa Big G, entro fine anno i Chromebook saranno i device più popolari nelle scuole a stelle e strisce.

Sebbene scalfita in un ambito dove da anni non ha rivali, quello dell’istruzione, Apple non appare turbata dal nuovo trend. La società non ha intenzione di gareggiare per una corsa al ribasso per l’istruzione, almeno a detta di Cook, con la produzione di dispositivi dalle ridotte funzioni, usati unicamente per rispondere alle necessità centrali di verifica ed esame. La Mela, invece, vuole continuare a fornire una soluzione completa, immersiva e multimediale, affinché sia davvero d’aiuto sia per l’apprendimento degli studenti che ai compiti degli insegnanti:

Le valutazioni non creano apprendimento. Siamo interessati ad aiutare gli studenti ad apprendere e gli insegnanti a insegnare, non ai test. Creiamo prodotti che sono soluzioni complete per le persone, prodotti che permettono ai ragazzi di imparare come creare e come impegnarsi a un diverso livello.

Come facile intuire, le nuove necessità di testing scolastico non sono sufficienti per giustificare la corsa a Chromebook e dispositivi analoghi, considerato anche come nel 2012 questi esemplari faticavano a raggiungere l’1% nel settore educational. In gioco vi entra anche un problema di costi, per degli istituti con sempre meno risorse a disposizione: con prezzi davvero invitanti, spesso meno della metà del costo di un iPad, questi laptop diventano occasioni ghiotte sia per gli utenti che per le scuole. Il tutto fornendo comunque un ambiente di base sufficiente, tra la versatilità di Google Docs e altri progetti dedicati proprio all’apprendimento. Eppure queste “macchine per i test”, così come le definisce il CEO di Apple, mostrerebbero anche degli evidenti limiti: richiedono un accesso a Internet pressoché costante, propongono un’interazione quasi esclusivamente in stile browser e non dispongono, al momento, di un’universo di app ricco e variegato, né della possibilità di sviluppare software e soluzioni dedicate alle necessità di ogni singolo insegnante.

Proprio in merito a studenti e istruzione, Cook ha parlato dell’evento “L’Ora del Codice“, in corso durante questa settimana in molti Apple Store mondiali, anche italiani. Un’ora di programmazione presentata in modo simpatico e divertente, per avvicinare i più piccoli all’universo del coding senza pregiudizi o paure:

Il coding è un linguaggio molto importante da imparare, un giorno sarà tanto importante quanto l’inglese.

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