Dispositivi mobili e interazione ambientale

La possibilità di configurare cellulari e palmari per adattarli ai diversi ambienti frequentati ha portato alla creazione di quelli che ancora oggi vengono chiamati profili d’uso: magari una suoneria bassa e poco intrusiva per quando il cellulare squilla al lavoro oppure un suono forte e continuato per essere avvertiti della telefonata in arrivo anche se ci si trova nel rumore cittadino.

Funzionalità comodissime, ma con un unico difetto: vanno attivate manualmente. Quando infatti ci si dimentica di farlo, le brutte figure sono spesso in agguato fino a sfociare in una parvenza di maleducazione (nel corso di una riunione o durante una funzione liturgica, ad esempio), senza contare la perdita di tempestività di un sms o una chiamata.

Per questo ritengo davvero comoda la possibilità di attivare automaticamente un determinato profilo d’uso a seconda del posto dove ci si trova. Avere quindi un dispositivo che possa interagire con l’ambiente, decidendo alcune sue configurazioni basandosi sulla propria posizione.

Andando avanti, vedrei utile un’estensione di questa possibilità anche al sistema operativo e ai programmi in generale: lanciare o terminare applicazioni in base al luogo e la capacità di quest’ultime di impostare le proprie configurazioni in funzione della zona in cui si trovano.

Qualche esempio: mentre sono a casa, risponderà ad una blacklist di numeri un programma di segreteria telefonica installato sullo smartphone di lavoro, quando invece uscirò dalle mura domestiche, sarò raggiungibile da tutti. Oppure un anziano che esce per andare a fare la spesa. Se tarderà a rientrare, il suo telefono lancerà un programma che avvertirà i familiari del prolungato tempo di allontanamento. E uno skypephone che, non appena arrivato in ufficio, attiva il wireless, si aggancia alla rete aziendale e imposta la mia presenza online, senza che neanche spinga un solo tasto? Se poi sconfiniamo del meraviglioso (ma ancora futuristico) mondo del web semantico, i mashup che si possono ottenere si fanno davvero allettanti: palmari che vibrano in tasca se nel negozio davanti al quale stò passando c’è in offerta un qualche prodotto di cui stò monitorando la vendita ai prezzi migliori, o semplicemente un articolo che cercavo da tempo senza però averlo mai trovato.

Per ottenere tutto questo, oltre ad un supporto software standard, occorrerà necessariamente essere dotati di GPS? Beh, direi non solo. Si inziano a vedere già le prime applicazione che riescono a capire la posizione nello spazio grazie dal segnale telefonico GSM. A partire da Google Maps, fino a programmi come CommMgrPro. Tra i contro quelli di non essere (ancora) precisi come un GPS, ma tra i pro quelli di non aver bisogno di un GPS, ma solo del cellulare.

Chissà quanto tempo dovrà ancora passare prima che i nostri amati dispositivi mobili (che possono essere spostati) diventino dei veri e propri dispositivi nomadi, capaci di interagire ed adattarsi ai diversi ambienti con cui vengono in contatto. Voi che ne pensate?

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