Droni: ENAC motiva il cambio delle regole

ENAC interviene sulle polemiche sorte a seguito del cambio repentino del regolamento sui Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto spiegando i motivi della scelta
ENAC interviene sulle polemiche sorte a seguito del cambio repentino del regolamento sui Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto spiegando i motivi della scelta

La notizia che ENAC alla vigilia di Natale avesse modificato il regolamento per i “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto“ aveva destato molto clamore e generato moltissime polemiche tanto che la FIAPR (Federazione Italiana APR) aveva già iniziato a muoversi per proteggere la categoria e riportare il settore dei droni italiani sui giusti binari. A seguito di queste polemiche, ENAC ha voluto motivare alcune delle sue scelte.

Attraverso un lunghissimo comunicato stampa, ENAC ha voluto porre in essere chiarimenti in merito alle modifiche introdotte ai requisiti inerenti le operazioni nei CTR, le operazioni di notte, le caratteristiche degli APR di peso inferiore ai 300g ed il regime sanzionatorio. Per quanto riguarda le novità concernenti i droni di peso uguale o inferiore ai 300 grammi, una delle modifiche che più avevano destato scandalo tra gli operatori professionisti, ENAC ha voluto solamente uniformarsi alle nuove regole dell’EASA (European Aviation Safety Agency) che trovano spazio nella bozza del regolamento europeo dei droni. In questo regolamento è introdotto il concetto di APR inoffensivo, identificando in 250g il limite di peso di questa categoria. E’ altresì previsto che tale limite di peso possa essere incrementato associando ad esso ulteriori limitazioni e condizioni quali limiti di velocità o materiali con caratteristiche di assorbimento di energia. Per un iniziale allineamento a tali concetti è stato mantenuto il peso di 300g con la previsione aggiuntiva di dispositivi di protezione delle parti rotanti. Tale scelta necessita comunque di disposizioni attuative per gli APR il cui peso ricade tra 250g e 300g, ed una possibile integrazione nelle linee guida sulle caratteristiche di inoffensività attualmente in fase di consultazione pubblica.

Nelle prossime settimane, a seguito degli approfondimenti in corso sulla Opinion EASA, sarà convocato apposito incontro con le Associazioni di settore per una valutazione comune della stessa e del suo impatto sul Regolamento ENAC.

Per quanto riguarda il divieto di volo nelle zone CTR, altro punto che aveva sollevato molti dubbi, ENAC evidenzia che per questo tipo di operazioni, che avvengono in spazi aerei controllati e per i quali è stata attivata una sostanziale esenzione dalle previsioni del Regolamento SERA – Regole dell’aria, sono state evidenziate da parte dell’AM talune esigenze connesse con l’uso di porzioni di spazio aereo a bassa quota nei CTR, che incidono sui buffer di protezione da garantire per evitare potenziali interferenze.

La fissazione di una altezza massima di 70m per le operazioni degli APR nei CTR è ritenuta compatibile con le attività della aviazione tradizionale, soprattutto militare, e adeguata a consentire le operazioni senza preventiva autorizzazione. Nelle suddette condizioni le attività restano liberalizzate come nella precedente versione regolamentare.

Come evidenziato nel regolamento stesso, operazioni a quote diverse, ove se ne manifesti la necessità, possono comunque essere svolte ma in tal caso è necessario acquisire le autorizzazioni ATS, secondo criteri e procedure che l’ENAC renderà disponibili nelle prossime settimane. Nell’attesa le esigenze sono trattate caso per caso.

Pregevole, dunque, che ENAC abbia voluto chiarire le motivazioni del suo comportamento ma questo non cambia come questo repentino passo indietro abbia generato confusione e preoccupazione tra i professionisti del settore.

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