Facebook non porta alla depressione

L'uso eccessivo di Facebook non comporta automaticamente la comparsa della depressione negli utenti più giovani.
L'uso eccessivo di Facebook non comporta automaticamente la comparsa della depressione negli utenti più giovani.

Una nuova ricerca sull’effetto di Facebook sugli utenti più giovani smentisce i risultati resi noti lo scorso anno dall’Accademia Americana dei Pediatri: usare il social network non porta alla depressione. Lo studio, condotto dall’Università del Wisconsin e pubblicato sulla rivista Journal of Adolescent Health, ha dimostrato l’assenza di un nesso tra il rischio di depressione e il tempo trascorso su Facebook.

I due ricercatori dell’Università del Wisconsin hanno esaminato 190 studenti di college con età compresa tra 18 e 23 anni. Ogni ora del giorno per una settimana, gli psicologi hanno sottoposto agli studenti un questionario standard utilizzato per individuare i sintomi della depressione, chiedendo loro quanto tempo sono stati online e cosa avevano fatto.

La conclusione dello studio scagiona il social network di Mark Zuckerberg: non esiste una prova scientifica del legame tra la depressioneclinica e l’uso intenso di Facebook. Rimanere molte ore sul sito in blu non comporta automaticamente la comparsa di forme depressive negli utenti. Il risultato della ricerca è dunque molto diverso da quello ottenuto nel 2011 dall’Accademia Americana dei Pediatri, secondo la quale l’abuso di Facebook da parte degli adolescenti può avere conseguenze molto gravi per la salute.

Gli stessi autori dello studio affermano comunque che il numero limitato di studenti della stessa università non permette di escludere definitivamente il nesso tra Facebook e depressione. In ogni caso, la ricerca sarà sicuramente utile ai medici che non dovrebbero allarmare troppo i genitori degli studenti sui rischi legati all’uso eccessivo del social network.

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