Film a 4K: l'Ultra HD al cinema

La fruizione dei film, sia al cinema che in salotto, passa all'ultra definizione dei 4K: i processi, i supporti, i servizi e i titoli già disponibili.
La fruizione dei film, sia al cinema che in salotto, passa all'ultra definizione dei 4K: i processi, i supporti, i servizi e i titoli già disponibili.

È tempo di dire addio al Full HD: l’intrattenimento del futuro è in 4K. Sì: quel costoso televisore, magari in 3D, comprato dopo mesi di risparmio è ormai vetusto: perché accontentarsi del 1080p, quando si può godere dell’ultra-definizione di ben 4096×2304 pixel? Aggiornato nuovamente l’impianto casalingo, proiettato il salotto nel futuro, sorge però la fatidica domanda: quanti contenuti sono già disponibili in questo formato? Il cinema è già pronto alle nuove esigenze di fruizione? La risposta potrebbe non essere così scontata come sembra.

Una volta tanto, sono il settore televisivo e la Rete – e non il cinema – a guidare l’ennesima rivoluzione dell’immagine. Sì, perché nonostante i canali in risoluzione 4K si contino sulle dita di una mano in tutto il globo, le case di produzione hanno già sfoderato gli artigli. È ad esempio il caso di Netflix, che ha già confermato di un nugolo di serie in Ultra HD tra cui il cult “House Of Cards”. E il grande schermo resta a guardare? Nient’affatto, ma bisogna comprenderne la transizione.

Dalla pellicola al 4K

Può sembrare incredibile ai meno informati, ma il mondo del cinema – incluse le grandi produzioni colossal di Hollywood – non ha affatto abbandonato la vecchia e cara pellicola. Le motivazioni sono molte e tutte apparentemente sensate, anche se vi sono grandi differenze tra la fase di produzione e quella di effettiva distribuzione al pubblico. Nel primo caso, senza pretesa di essere esaustivi, la scelta è quasi sempre ad appannaggio del regista: c’è chi preferisce filmare in analogico, da molti considerato più caldo e fedele, chi opta per l’esclusività del digitale e chi usa tecniche miste. Nessuna di queste scelte, come si spiegherà più avanti, preclude il 4K. Sul fronte della distribuzione, e dell’intermedia conversione, la situazione invece si complica.

Scanner a 4K

Scanner a 4K per pellicole

La diffusione delle opere nelle sale cinematografiche è ancora largamente su pellicola, indipendentemente il film sia stato girato in analogico o in digitale. Questo perché non tutti i cinema sono attrezzati con la corretta apparecchiatura, tanto che il primo film distribuito completamente su supporti digitali è stato il recentissimo “The Wolf Of Wall Street”, uno dei campioni d’incassi di inizio 2014 per la regia di Martin Scorsese.

Per il mercato dell’intrattenimento domestico, invece, avviene un passaggio intermedio: quello della conversione. Se il film è disponibile sui classici 35 millimetri, non vi sono problemi di sorta per l’UltraHD: grazie a degli speciali scanner capaci di raggiungere tranquillamente i 6K, ogni fotogramma è passato al setaccio per il massimo della qualità visiva, quindi si riduce il rumore e si codifica in un formato compatibile per i supporti da salotto. Se il film è disponibile solo in digitale e conservato su speciali supporti da centinaia di GB per ora di girato, viene ricodificato e riversato sui supporti domestici se già nativamente in 4K – dal 2009 sono diversi i titoli girati direttamente in questo formato, come il premio Oscar “The Social Network”, ma anche “District 9” e “Knowing” – altrimenti subisce un processo di upscaling industriale senza perdite di definizione. Dal 2005, inoltre, la Digital Cinema Initiatives – una joint venture fra Disney, Fox, MGM, Paramount, Sony Pictures Entertainment, Universal and Warner Bros – si occupa di stabilire gli standard dell’industria per la compatibilità nei formati 2 e 4K.

Non solo risoluzione dell’immagine, ma anche framerate: da diversi anni Hollywood ha deciso di abbattere il limite dei 25/30 fotogrammi al secondo canonici, sperimentando anche velocità più alte: è il caso di “Lo Hobbit”, girato in 48 fps.

Disponibilità

Per l’utente finale, quello che vuole godersi il 4K comodamente dalla poltrona in salotto, a livello pratico cambia poco. Dopo aver correttamente aggiornato il proprio impianto con un televisore e un lettore di supporti compatibile con l’UltraHD, si deve solo attendere la disponibilità di film in questa risoluzione, siano essi nativi o convertiti, provengano da supporti fisici o dalla digital delivery. Sony ha già lanciato negli Stati Uniti un servizio di download di film e show televisivi in 4K, tra cui la serie culto “Breaking Bad”, ma anche “Moneyball – L’Arte di Vincere”, “Think Like A Man”, “Ghostbusters”, “The Amazing Spiderman”, “Funny Girl” e altri ancora.

Netflix, il leader mondiale dello streaming purtroppo non ancora arrivato in Italia, ha da poco iniziato una sperimentazione di film e serie TV, tra cui il già citato “House Of Cards” e le future produzioni targate Marvel, per televisori compatibili e connessioni di velocità superiore ai 15 Mpbs. Infine, Amazon ha da poco annunciato una collaborazione con Warner Bros, Lionsgate, 20th Century Fox e Discovery per un servizio di ultra-streaming su hardware compatibile, in particolare i televisori Samsung. Manca solo il supporto ottico: entro l’inizio del 2015 dovrebbero arrivare i primi BluRay di capacità pari a 300 GB per ospitare il nuovo formato. Nel frattempo ci si può consolare con le autoproduzioni di YouTube, che già da qualche anno offre alcuni video in 4K.

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