FIMI: la musica è sempre più online

La musica digitale cresce in Italia a livelli record, ma ancora non compensa la caduta dei supporti fisici: il dato italiano è comunque un ottimo segnale.
La musica digitale cresce in Italia a livelli record, ma ancora non compensa la caduta dei supporti fisici: il dato italiano è comunque un ottimo segnale.

La musica digitale compie un importante balzo avanti. Anche in Italia, ove tutto quel che è digitale è spesso in ritardo, il comparto musicale può festeggiare un importante risultato che contribuisce a rilanciare il nostro paese all’inseguimento delle medie internazionali del settore.

Secondo quanto comunicato dalla FIMI sulla base di una analisi Deloitte, infatti, la musica online (download e streaming) ha registrato un +22,28% nel corso del 2011, triplicando così il balzo dell’8% registrato in media a livello internazionale. Il fatturato è stato pari a 27,5 milioni di euro, che rappresenta ad oggi più del 21% del mercato discografico complessivo del nostro paese (comunque ancora in forte ritardo rispetto al 32% medio, pur tuttavia in recupero tendenziale).

Non solo la crescita è maggiore a quella internazionale, ma è anche più che doppia rispetto ai ritmi registrati l’anno precedente: un vero e proprio cambio di marcia, insomma, che si riflette sul comparto in ogni singola sua componente. +37% gli album, +25% i singoli, ma non solo: «In forte espansione anche lo streaming video, guidato da YouTube, che è salito del 64% arrivando a sfiorare i 4,5 milioni di euro contro 2,7 milioni del 2010».

La crescita del digitale non è ancora però sufficiente compensare la caduta dei supporti fisici, pari al 8,68%. Solo dicembre ha recitato una storia differente sulla scia del traino natalizio e della ricerca di un regalo “fisico” da mettere sotto l’albero: «Il mese natalizio è stato in controtendenza rispetto alla generale crisi economica, con le vendite di dischi salite del 13,5%, soprattutto nel settore del compact disc, segnale di una ancora forte vitalità del supporto fisico che in Italia rappresenta tutt’oggi l’80% del mercato». I CD non sono però venduti soltanto nei negozi, ed anche in tal senso la realtà online recita un ruolo importante: la vendita online dei supporti fisici è aumentata del 26%, facendo presumibilmente leva su sconti ed offerte che il negozio tradizionale non è in grado invece di supportare.

In generale il comparto della distribuzione musicale in Italia ha registrato una caduta dei proventi pari al 3,53%, un dato non particolarmente negativo in un momento di congiuntura economica difficile e nel bel mezzo di una riconversione digitale che sta imponendo importanti compromessi al settore. L’incremento del digitale (+5,01 milioni di euro) è oggi sufficiente a compensare poco più della metà di quanto lasciato per la strada dal mercato dei supporti fisici (-9,78 milioni di euro), ma il trend dimostra come le nuove tecnologie possano diventare a breve il nuovo traino per l’industria, anche in Italia.

Commenta così i dati Enzo Mazza, Presidente della Federazione Industria Musicale Italiana:

L’offerta online, con la presenza di un sempre maggior numero di player sul mercato italiano, sta confermando un certo consolidamento del mercato italiano con un forte impegno dell’industria nel rinnovamento dei modelli di business. Pur trovandoci in un ecosistema complesso e fragile, dove anche il più innovativo modello di business si deve confrontare con il fatto che ancora il 23% degli utilizzatori di internet accede a servizi illegali, e gli unici veri sforzi per portare i consumatori verso le piattaforme legali, sono stati compiuti dell’industria e dai propri partner, le tendenze per gli anni a venire sembrano essere positive. È evidente che anche il mondo delle Istituzioni deve fare la sua parte, soprattutto promuovendo una seria strategia per lo sviluppo dei contenuti digitali e per il contrasto alla pirateria.

Ma i dati esprimono ormai una certezza: la giusta strada è stata trovata e, sebbene ancora vi sia molto da fare, i tasselli iniziano ad andare al loro posto.

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