Google+ sta già rallentando?

Una analisi basata su un piccolo campione di cognomi consente di proiettare la community Google+ a quota 18 milioni di utenti.
Una analisi basata su un piccolo campione di cognomi consente di proiettare la community Google+ a quota 18 milioni di utenti.

Una stima basata su un campione rappresentativo di cognomi ha consentito a Paul Allen, fondatore di Ancestry.com soltanto omonimo con il co-fondatore Microsoft) di comporre una stima credibile del potenziale numero di utenti già presenti su Google+. I nuovi numeri diffusi indicano due ipotesi, entrambe da approfondire e da valutare: primo, gli utenti sul social network di Mountain View potrebbero oggi essere ormai 18 milioni; secondo, la crescita della community starebbe rallentando in modo importante rispetto ai ritmi dell’esordio.

Primo, su Google+ ci sono ad oggi 18 milioni di utenti. La stima trapela da un campione pari a 1000 cognomi ed all’analisi del numeri di utenti presenti sul network. La stima antecedente aveva dipinto un quadro sostanzialmente corretto, intravedendo il traguardo dei 10 milioni nei giorni stessi in cui la stessa Google l’aveva comunicato. Oggi però la stima appare più difficoltosa per la natura stessa dell’ipotesi. Il campione di soli 1000 cognomi, infatti, impone un esaurimento più repentino del segmento monitorato e non tiene invece conto degli innumerevoli rivoli di crescita al di fuori del campione. Monitorando i medesimi cognomi, ad esempio, la crescita risulterà più rapida finché gli inviti sono passati tra figli, genitori, fratelli e parenti. La stima potrebbe pertanto essere al ribasso rispetto ai dati reali, a meno che l’autore non abbia previsto una varianza di questo tipo nel proprio computo.

Secondo, la crescita sarebbe in forte rallentamento rispetto all’esordio: il ritmo è calato nelle ultime ore del 50%.

La crescita di Google Plus

Il ritmo di crescita di Google Plus

Se da una parte trattasi di un fenomeno naturale dopo il grande entusiasmo della prima ora, è pur vero che per raggiungere Facebook non bisogna perdere colpi. Inoltre, i numeri della prima ora erano limitati dal fatto che non tutti gli inviti erano approvati e soprattutto la base era minore (e minore, quindi, il valore del potenziale coinvolgimento di utenti esterni al network). Sono questi elementi che inducono a riflettere su una potenziale prima difficoltà per Google+: oltre all’entusiasmo della prima ora, insomma, si manifestano già i primi segni di stanchezza?

L’analisi di Paul Allen è approfondita, metodica e ben strutturata. Il margine d’errore è tuttavia elevato e non è possibile pertanto usare i numeri attuali per una metrica di confronto di valore statistico assoluto. I numeri sono però sufficientemente validi per alcune prime riflessioni e nel breve periodo il consolidamento del trend potrà dire moltissimo circa le reali possibilità di Google di chiudere il gap rispetto al network di Zuckerberg.

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