iOS 7: il jailbreak untethered nella bufera

Arriva il jailbreak untethered di iOS 7 ma su Twitter scoppia la polemica: l'installazione di default per i dispositivi cinesi di uno store con app pirata.
Arriva il jailbreak untethered di iOS 7 ma su Twitter scoppia la polemica: l'installazione di default per i dispositivi cinesi di uno store con app pirata.

Dalla mattinata di ieri è disponibile il jailbreak untethered per iOS 7, ma l’entusiasmo degli utenti si è smorzato velocemente con l’emersione di alcuni contorni oscuri – e potenzialmente rischiosi per la privacy – ancora tutti da chiarire. Sì, perché il tool rilasciato dal team di Evasi0n non solo non sarebbe stabile, ma potrebbe essere un veicolo per la diffusione della pirateria in Cina. E a intervenire tra lo stupito e l’infastidito è nientemeno che Jay Freeman, quel “Saurik” padre di Cydia. Nel frattempo, Twitter è in rivolta: «non installate questo jailbreak».

Da meno di 24 ore gli utenti di un device con installato iOS 7, dalla versione 7.0 alla 7.0.4, possono utilizzare il tool “Evasi0n 7” per sbloccare i loro dispositivi. In sostanza, il jailbreak abilita alcune funzioni aggiuntive e la possibilità di sfruttare store terzi per le applicazioni, come ad esempio Cydia. Dopo lo stupore iniziale – nessun addetto ai lavori pare fosse al corrente del rilascio – Twitter è stato invaso da molti messaggi iracondi: sono diversi gli utenti che, tentato il jailbreak, si sono ritrovati con iPhone e iPad lenti o addirittura del tutto non funzionanti. Nasce quindi la prima polemica, sebbene di conferme ufficiali non ve ne siano state: il team di sviluppo avrebbe rilasciato anzitempo lo strumento per evitare spiacevoli problemi, si parla addirittura del furto di un exploit.

Non è però tutto. Alcuni utenti di Reddit avrebbero chiesto spiegazioni su alcune scelte opinabili, come ad esempio l’installazione di uno store alternativo a Cydia sui dispositivi cinesi. Fin qui non vi sarebbe nulla di strano – ogni jailbreak fornisce strumenti aggiuntivi personalizzati rispetto a Cydia – se non fosse che lo store in oggetto venda applicazioni pirata. È lo stesso Saurik, a quanto pare ignaro delle fasi di sviluppo di questo jailbreak, a svelarlo in più interventi sempre sul microblogging:

«Non ho idea cosa funzioni o non funzioni, o cosa addirittura evasi0n7 includa: spero che le persone siano con me pazienti mentre cerco di capirlo».

«*sigh*: evasi0n in Cina installa un “app store” per applicazioni pirata.»

Come ben noto, i vari gruppi di hacker e developer che si impegnano nel jailbreak non forniscono software pirata, per non inficiare l’intero progetto né regalare appigli per una causa legale. Se l’utente vuole software illecito, deve installare manualmente apposite repository e procurarselo quindi da sé.

All’esplosione della notizia, su Twitter la polemica diventa dilagante: oltre a Saurik interviene anche Stefan “i0n1c” Esser e la discussione si prolunga – tra tecnicismi più idonei agli addetti ai lavori che al grande pubblico – fino alla pubblicazione di un tweet di pod2g, membro del gruppo di sviluppo. Dopo qualche ora, il gruppo Evasi0n spiega di aver stretto un accordo con lo store cinese Taig per l’installazione di default sui dispositivi locali, con una precisa clausola di esclusione del software pirata. Accordo che evidentemente non è stato rispettato. Questo un estratto del lungo intervento:

«Nel nostro accordo con Taig, li abbiamo contrattualmente obbligati a escludere la pirateria dal loro store. Questa era una precondizione estremamente importante per poter lavorare con loro. Nel sottoscrivere questo accordo, abbiamo sperato, e continuiamo a sperare, che la nostra collaborazione con Taig migliori la situazione della pirateria in Cina. Siamo davvero turbati che, nonostante il nostro accordo, software piratato sia stato rinvenuto nel loro negozio. Non è accettabile e stanno lavorando strenuamente e in buona fede per il risolvere il problema, rimuovendo tutte le istanze che sono state portate alla loro attenzione.»

Il messaggio pubblicato dal team ha certamente contribuito a calmare le acque, che tuttavia rimangono ancora agitate. E finché non se ne saprà di più, sarà forse utile evitare di sottoporre il proprio iDevice a jailbreak.

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