Matt Cutts contro l'inciucio tra Facebook e Bing

Il terzo inserzionista più attivo su Facebook sarebbe autore di una piccola truffa ai danni degli utenti tramite un plugin che impone l'uso di Bing
Il terzo inserzionista più attivo su Facebook sarebbe autore di una piccola truffa ai danni degli utenti tramite un plugin che impone l'uso di Bing

Matt Cutts, al capo del team Webspam di Google, ha lanciato una pesante stilettata nei confronti di Facebook e Bing tramite il proprio account Google Buzz. Quel che Cutts ha messo semplicemente in risalto, è l’evidenza che traspare da una ricerca AdAge relativa al mondo dell’advertising su Facebook, evidenziando in modo particolare quello che sembra essere il terzo inserzionista più generoso sul social network di Mark Zuckerberg.

L’indagine AdAge evidenzia la forte crescita di Facebook nel mondo dell’advertising, mettendo peraltro in risalto le crescenti potenzialità del gruppo in un mercato fino ad oggi dominato in larga parte da Google. Ma se AT&T e Match.com sono i due nomi legittimamente più esposti negli investimenti pubblicitari sul network, al tempo stesso il terzo maggior inserzionista risulta essere lo sconosciuto Make-my-baby.com (si consiglia di continuare a leggere le righe successive prima di tentare di collegarsi al sito in questione).

Make-my-baby.com avrebbe acquistato circa 1.75 milioni di dollari di advertising in un solo trimestre, portando così nelle casse di Facebook una cifra di grande rilevanza. Dietro al sito in questione, però, si nasconderebbe un meccanismo para-truffaldino al centro del quale Matt Cutts sembra inserire tanto Facebook quanto Bing, il motore di ricerca Microsoft.

Make-my-baby.com è un sito che, raffigurando l’immagine di un bambino a cui poter sovrapporre il simulacro di un paio di occhiali, chiede anzitutto il download di un apposito plugin utile all’ottenimento di una «miglior esperienza». Il plugin, in realtà, porta semplicemente alla modifica del motore di ricerca in utilizzo standard sul proprio browser imponendo Bing e proponendo il motore di ricerca stesso come pagina principale predefinita. Il meccanismo si fa para-truffaldino dal momento in cui Zugo, gruppo affiliato alla toolbar utilizzata per generare le modifiche, va ad incassare piccoli proventi sulla base dei click sull’advertising di Bing. Non solo: la pagina esplicitata per la disinstallazione della toolbar è in realtà un indirizzo non raggiungibile, il che impedisce pertanto la semplice rimozione dello strumento.

Matt Cutts non lo esplicita chiaramente, ma il teorema è chiaro: Facebook, Zugo e Bing traggono tutti vantaggio dal meccanismo, agendo così in combutta ai danni dell’utenza. Il sistema potrebbe insomma rivelarsi doloso. Una prova sul campo sembra offrire al momento un redirect vuoto a capo del sito Make-my-baby.com, il che potrebbe quindi significare una presa d’atto della denuncia pubblica di Cutts ed il taglio temporaneo del servizio in attesa che il polverone si plachi. Ma, su quella che al momento è una semplice pagina bianca, può soltanto essere formulata una debole ipotesi e poco più. L’unico screenshot disponibile è pertanto quello offerto da Read Write Web e catturato a pochi minuti dalla pubblicazione del “buzz” di Matt Cutts:

Make-my-baby

Make-my-baby chiede l'installazione di un plugin

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