Nicolais propone la Carta dei Diritti di Internet

Forse oggi non è così vero che internet sia di tutti: noi dobbiamo lavorare insieme affinchè Internet diventi davvero patrimonio comune dell'umanità. Sono queste le parole con cui il Ministro Nicolais invoca un Alto Garante per i diritti su Internet
Forse oggi non è così vero che internet sia di tutti: noi dobbiamo lavorare insieme affinchè Internet diventi davvero patrimonio comune dell'umanità. Sono queste le parole con cui il Ministro Nicolais invoca un Alto Garante per i diritti su Internet

Si è tenuto a Roma il Forum internazionale sui diritti di Internet (DFIR Italy 2007) e l’argomento è stato direttamente suggerito dalle istituzioni italiane in occasione del precedente meeting 2006 di Atene. La descrizione dell’obiettivo preposto è del sottosegretario Magnolfi: «sono maturi i tempi per definire un’Internet Bill of Rights, una Carta dei diritti, condivisa a livello internazionale, che garantisca apertura, libertà e sicurezza di Internet». Continua Magnolfi nella presentazione pubblicata sul sito ufficiale del Governo: «siamo orgogliosi che sia proprio il nostro Paese ad ospitare questo confronto internazionale così importante: l’Italia, che ha avuto un ruolo di rilievo nello sviluppo di Internet, ha numerose e valide competenze giuridiche, economiche, tecniche ed umanistiche da offrire a questo processo»

A sviluppare il discorso è stato l’intervento di Luigi Nicolais, Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, il quale ha formalizzato la proposta italiana in merito. Così il ministro davanti alla platea dell’Internet Governance Forum (pdf):

«Lo sviluppo dell’information tecnology e la sempre maggiore diffusione delle reti stanno producendo un impatto determinante sulla nostra società. Lo sviluppo di Internet influenza infatti l’evoluzione dell’organizzazione sociale, l’economia, la politica e introduce radicali mutamenti che obbligano ad affrontare in maniera nuova temi fondamentali quali la tutela della privacy, quella della proprietà intellettuale o la stessa diffusione delle conoscenze […] non possiamo più limitare all’ambito delle “scelte tecnologiche” quegli standard che sono di fatto in grado di condizionare la creazione intellettuale, la diffusione delle innovazioni o l’accessibilità per tutti ai contenuti della rete. Un sano sviluppo della rete va dunque di pari passo con la necessità di costruire processi di regolazione e autoregolamentazione della sua gestione e dei suoi contenuti, con un metodo necessariamente condiviso e multi-stakeholder».

A questo punto Nicolais introduce gli obiettivi che la Carta dei Diritti dovrebbe porsi:

«Va posta innanzitutto la questione di una politica complessiva di gestione della cosiddetta net neutrality, ossia l’indipendenza della struttura di rete rispetto alla tipologia dei dati e contenuti da essa trasmessi. È un tema, questo, che ha ripercussioni sulla natura stessa della rete e delle sue modalità di gestione e che oggi assume particolare rilevanza. Accanto a ciò, c’è poi l’esigenza di riconoscere la libertà di espressione, di circolazione e fruizione dei contenuti di una rete che è divenuta sempre più capace di “creare dal basso”, a partire cioè dalle capacità e potenzialità degli stessi utenti, tenendo però conto delle esigenze di protezione dei dati personali, tutela dei diritti dei minori, salvaguardia delle categorie vulnerabili, e rispetto della diversità culturale».

Nicolais spiega che a Roma viene semplicemente piantato un seme che dovrà essere innaffiato fin dalla prossima convention di Rio de Janeiro:

«Sappiamo che sarà un processo lungo e complesso, poichè si tratta di stabilire principi di gestione del più grande spazio pubblico – e del più poderoso strumento di ridistribuzione di potere – con cui ci si confronta oggi. E questo Forum vuole fornire un contributo propositivo in vista del prossimo vertice mondiale di Rio de Janeiro sulla governance di internet […]. Io credo fermamente che dobbiamo discutere su quali debbano essere i diritti fondamentali della Rete da riconoscere e tutelare a livello internazionale, affinchè internet sia davvero di tutti e per tutti. Ma credo che debba anche essere avviata una riflessione su quale debba essere, nello scenario internazionale, il livello di riconoscimento e l’ambito d’azione di questi diritti».

A questo punto la proposta concreta: Nicolais invoca la creazione di un Alto Garante che vigili sulla rete, sulle regole condivise, sulla loro efficacia e sulla loro applicazione:

«Credo che potrebbe essere seguita la via che
ha già portato le Nazioni Unite ad essere il referente collettivo per altri temi di carattere universale, quali l’ambiente o gli stessi diritti umani. Un percorso che potrebbe condurre ad una sorta di figura di “Alto Garante” dei diritti della rete che, a partire da un ampio mandato e sostegno internazionale, sia in grado di costituire consenso e facilitare il processo di elaborazione dei diritti fondamentali di Internet, ma anche, in futuro, farsi portavoce dell’adozione del rispetto di quei diritti. Una voce legittimata ad esercitare la poderosa arma della moral suasion in tutti quei casi nei quali lo sviluppo democratico della rete o i diritti degli utenti di essa possano correre rischi. […] Credo che non vi sia più spazio per atteggiamenti rinunciatari e che senza principi condivisi e strutture di riferimento, lo sviluppo della rete rischi di essere piegato alle volontà degli operatori più forti o alle scelte unilaterali dei governi, a danno della capacità di innovare e costruire democrazia nell’era digitale
».

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