Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, ha scosso l’opinione pubblica con una rivelazione sorprendente: è il padre biologico di oltre 100 figli, concepiti attraverso la donazione di sperma in 12 paesi diversi nel corso di 15 anni. Il magnate russo, noto per il suo approccio non convenzionale alla vita e agli affari, ha inoltre deciso di rendere accessibile a tutti il proprio DNA pubblico, una mossa che ha generato un acceso dibattito etico e sociale.
La sua decisione di rendere pubblico il profilo genetico è stata giustificata dal desiderio di facilitare l’incontro tra i suoi numerosi figli biologici. Tuttavia, molti osservatori interpretano questa scelta come un tentativo di normalizzare e destigmatizzare la pratica della donazione di sperma. “Non c’è nulla di cui vergognarsi”, ha dichiarato Durov in una rara intervista, enfatizzando l’importanza di affrontare il tema con trasparenza.
Un altro aspetto controverso della vicenda riguarda il patrimonio di Durov, stimato in 13,9 miliardi di dollari. L’imprenditore ha annunciato che dividerà equamente la sua eredità tra tutti i suoi figli biologici, ma con una clausola: gli eredi potranno accedere alla loro parte solo dopo aver compiuto 30 anni. Secondo Durov, questa condizione mira a promuovere l’indipendenza e la responsabilità tra i suoi discendenti, permettendo loro di vivere una vita “normale” prima di beneficiare delle ricchezze familiari.
La figura di Durov non è nuova alle polemiche. Nel 2024, le autorità francesi lo hanno arrestato con l’accusa di aver permesso attività illegali sulla piattaforma di Telegram, inclusa la diffusione di contenuti pedopornografici e il traffico di stupefacenti. Durov ha sempre sostenuto che la responsabilità di tali attività ricada sugli utenti, non sulla piattaforma stessa. Questo episodio ha ulteriormente polarizzato l’opinione pubblica, con sostenitori che elogiano il suo impegno per la libertà di espressione e detrattori che criticano la sua apparente mancanza di controllo.
Le scelte personali e professionali di Durov sollevano interrogativi profondi su temi etici come la genitorialità, la responsabilità verso i propri discendenti e il concetto di famiglia nell’era digitale. La decisione di rendere pubblico il proprio DNA potrebbe avere implicazioni di vasta portata, influenzando non solo i suoi eredi ma anche il dibattito globale sulla privacy genetica e sulla trasparenza.