PlayStation Network, le scuse del Presidente

Howard Stringed, CEO e Presidente Sony, invia una lettera pubblica agli utenti PlayStation Network per scusarsi e per spiegare quanto accaduto.
Howard Stringed, CEO e Presidente Sony, invia una lettera pubblica agli utenti PlayStation Network per scusarsi e per spiegare quanto accaduto.

Howard Stringer, Presidente e Chief Executive Officer Sony, scende in campo direttamente per portare le proprie scuse a tutti gli utenti colpiti dal crack ai server del gruppo. Trattasi di una lettera che non cerca scusanti, che ringrazia gli utenti per la pazienza durante queste fasi di recupero del sistema e che cerca di spiegare quanto stia accadendo e perché i tempi del black-out si siano dilungati tanto.

Quella del Presidente Sony è una conferma a tutto campo delle indicazioni già fornite a proposito delle garanzie che si intendono offrire agli utenti, partendo dagli omaggi del “Welcome Back” fino ai programmi di garanzia per le eventuali truffe che possano colpire ognuno dei 100 milioni di utenti a cui i dati sui server Sony sono stati sottratti. Stringer, soprattutto, ribadisce quanto l’azienda si sia dedicata totalmente al problema fin dalla scoperta dell’intrusione per garantire la sicurezza dei database e per ripristinare quanto prima (ma in condizioni di totale garanzia) il network per il gaming (PlayStation Network) e quello per l’intrattenimento musicale (Qriocity).

Howard Stringer, inoltre, interviene a proposito del ritardo che il mondo della politica e della giustizia stanno sottolineando in questi giorni: perché Sony ha tardato svariati giorni prima di notificare agli utenti la fuga dei dati ed i possibili pericoli in corso? «La domanda è lecita», spiega Stringer: «Appena abbiamo scoperto il potenziale scopo dell’intrusione abbiamo spento i servizi PlayStation Network e Qriocity ed assunto alcuni dei migliori esperti nel campo per capire cosa fosse successo. Spero di poter avere le risposte quanto prima, ma le analisi forensi sono complesse e richiedono molto tempo. Gli hacker, del resto, hanno fatto del loro meglio per coprire le loro tracce». Nessun cenno, però, circa la possibile origine dell’attacco e l’ipotizzato coinvolgimento degli Anonymous.

La lettera sembra respirare le note più basse quando il CEO chiama in causa il terremoto in Giappone (una nota che poteva forse essere evitata, perché il terremoto non ha certo avuto incidenza alcuna sull’incidente ed il dramma del paese andrebbe pertanto estraniato da questo tipo di contesto), ma la chiusura è sull’indicazione che gran parte della community sta aspettando: «Nei prossimi giorni ripristineremo il servizio». Ancora una volta nessuna data, insomma, ma Sony ha già fatto sapere che gli ultimi test interni sono in corso e pertanto per il ripristino potrebbe essere soltanto questione di ore.

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