Plex introduce il Remote Watch Pass: lo streaming remoto diventa a pagamento

Plex richiede un abbonamento per lo streaming remoto. Scopri prezzi del Remote Watch Pass e del Plex Pass, dispositivi coinvolti e alternative per gli utenti.
Plex richiede un abbonamento per lo streaming remoto. Scopri prezzi del Remote Watch Pass e del Plex Pass, dispositivi coinvolti e alternative per gli utenti.
Plex introduce il Remote Watch Pass: lo streaming remoto diventa a pagamento
Plex ha introdotto un cambio significativo nella sua strategia commerciale, implementando un sistema di pagamento obbligatorio per chi desidera accedere da remoto ai file conservati sul proprio server personale. Questa decisione rappresenta una trasformazione radicale rispetto al modello completamente gratuito che aveva caratterizzato la piattaforma fino a questo momento. L’azienda giustifica l’intervento citando l’aumento considerevole delle spese infrastrutturali e la necessità impellente di finanziare i futuri sviluppi della piattaforma. Un passo che segna un momento cruciale nell’evoluzione di Plex come servizio di streaming domestico.

Per rispondere alle diverse esigenze degli utenti, Plex propone due soluzioni commerciali specifiche. La prima è il consolidato Plex Pass, disponibile con tre opzioni di pagamento: 6,99 dollari mensili, 69,99 dollari annuali oppure 249,99 dollari una tantum per l’accesso perpetuo. Accanto a questa, l’azienda ha lanciato il nuovo Remote Watch Pass, concepito come alternativa più economica e accessibile a soli 1,99 dollari al mese oppure 19,99 dollari all’anno. Quest’ultimo prodotto è specificamente orientato verso chi accede ai contenuti dall’esterno della propria abitazione o condivide l’accesso con amici e familiari, rappresentando una soluzione pensata per gli utenti occasionali dello streaming remoto.

L’implementazione di questo nuovo sistema avverrà in modo graduale e programmato nel tempo. L’app Plex per Roku OS sarà la prima a implementare l’obbligo di sottoscrizione già nella prossima settimana, dando il via ufficiale al processo di transizione. Nel corso del 2026, il sistema si estenderà progressivamente ai client Fire TV, Apple TV, Android TV e alle applicazioni di terze parti che utilizzano le API ufficiali della piattaforma. Tuttavia, rimane completamente libero e senza alcun costo lo streaming all’interno della rete domestica, elemento fondamentale per preservare l’essenza della fruizione locale.

Le motivazioni economiche sottese a questa decisione strategica sono radicate nella sostenibilità a lungo termine del servizio. Banda internet, infrastrutture cloud, manutenzione costante e ricerca tecnologica rappresentano voci di costo in crescita continua, alle quali Plex intende rispondere attraverso una diversificazione della monetizzazione piuttosto che con un aumento tariffario generalizzato e indiscriminato sui servizi esistenti.

La comunità degli utenti si trova profondamente divisa di fronte a questa trasformazione. Da un lato, molti vedono in questa decisione una rottura del patto implicito che ha reso Plex sinonimo di soluzione gratuita per accedere in mobilità ai propri contenuti personali. Dall’altro lato, vi è chi riconosce la ragionevolezza di un canone moderato in cambio di servizi più stabili, sicuri e affidabili nel tempo. Le preoccupazioni non si limitano agli utenti finali: gli sviluppatori indipendenti esprimono timori significativi, poiché l’obbligo di sottoscrizione per l’accesso alle API potrebbe danneggiare l’ecosistema fiorente di applicazioni alternative e spingere gli utenti verso soluzioni open source come Jellyfin o piattaforme concorrenti come Emby.

Per gli utenti che intendono evitare spese aggiuntive, esiste comunque una soluzione praticabile: continuare a utilizzare Plex esclusivamente in ambito locale garantisce accesso illimitato e completamente gratuito ai contenuti del proprio server. Chi invece necessita della fruizione remota dovrà ora effettuare una scelta consapevole: sottoscrivere uno dei pass disponibili oppure valutare seriamente il passaggio a piattaforme concorrenti meglio allineate alle proprie priorità economiche e di autonomia digitale.

 

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