Oltre 8 milioni di telefonate dall’estero illegittime fermate in soli tre giorni, percentuali di blocco comprese tra il 50% e il 90%, una tecnologia che sembrerebbe funzionare perfettamente. Eppure gli italiani continuano a ricevere sempre più squilli da numeri internazionali: +44, +46, +40, +34. Il paradosso del filtro anti-spoofing dell’Agcom, attivo dal 19 novembre 2025, è che proteggendo i cittadini dalle truffe telefoniche con finto prefisso italiano, ha semplicemente dirottato i call center verso numeri esteri, creando un nuovo problema difficile da contenere senza una cooperazione globale tra le agenzie internazionali.
Quando la difesa diventa il punto debole
La lotta allo spoofing telefonico sembrava essere ormai risolta definitivamente. Il sistema di protezione implementato dall’Agenzia delle Comunicazioni verifica in tempo reale tre parametri cruciali: l’effettiva esistenza del numero italiano, l’operatore assegnato e lo stato di roaming internazionale. Una chiamata che non soddisfa anche solo uno di questi requisiti viene bloccata istantaneamente dal sistema automatico. Una soluzione brillante che ha colpito duramente il telemarketing selvaggio e i tentativi di frode bancaria tramite voice phishing, limitando significativamente le attività dei call center illegali.
Ma i truffatori non si sono arresi di fronte a questi ostacoli tecnologici. Trovandosi con le spalle al muro, hanno semplicemente adattato la loro strategia criminale: anziché falsificare numeri italiani, ora mostrano il loro vero prefisso estero, rendendo i loro attacchi apparentemente più legittimi. Il risultato? Una pioggia ininterrotta di telefonate spam e telefonate dall’estero che il sistema attuale non può bloccare senza l’intervento di accordi internazionali tra i gestori telefonici e le autorità competenti. Questo fenomeno rappresenta una sfida nuova e complessa per le autorità di regolamentazione.
Le minacce che rimangono: vishing e Wangiri
Gli attacchi telefonici non si limitano a semplici proposte commerciali aggressive o fastidiose. Il vishing – voice phishing – è una tecnica sofisticata e ben orchestrata che mira a carpire credenziali bancarie, dati sensibili e informazioni personali attraverso conversazioni costruite ad arte dai criminali. Gli operatori specializzati in questa pratica utilizzano una comunicazione persuasiva per ingannare le vittime e ottenere accesso ai loro conti bancari.
Altrettanto insidiosa è la truffa del Wangiri, una pratica criminale sempre più diffusa: una chiamata che squilla una sola volta, ingannando la vittima nel richiamare il numero e facendole addebitare costi occulti e somme ingenti sulla bolletta telefonica. Questi attacchi sfruttano la curiosità naturale delle persone e la loro tendenza a richiamare chi ha tentato di contattarli.
Difendersi è ancora possibile
Chi riceve chiamate sospette da numeri internazionali dispone di diverse opzioni concrete e accessibili. Gli operatori telefonici consentono il blocco telefonate internazionali tramite app dedicata o contatto diretto con l’assistenza clienti, offrendo soluzioni personalizzate in base alle esigenze dell’utente. Esistono anche app anti-spam specializzate come TrueCaller, sebbene richiedano l’accesso ai dati personali – un compromesso che non tutti sono disposti a fare per motivi di privacy.
La soluzione più sicura rimane il blocco manuale dei singoli numeri: sia Android che iOS permettono di bloccare singoli numeri o interi prefissi direttamente dalle impostazioni, senza installare software aggiuntivo né compromettere la propria privacy e i propri dati sensibili. Per chi non ha motivi di lavoro per restare in contatto con l’estero, rappresenta spesso la scelta migliore e più affidabile per proteggere la propria tranquillità quotidiana.
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