YouTube, l'advertising e la cospirazione sull'AIDS

Il sistema messo a punto da YouTube per gestire l'associazione delle inserzioni pubblicitarie ai filmati in streaming sembra ancora perfettibile.
Il sistema messo a punto da YouTube per gestire l'associazione delle inserzioni pubblicitarie ai filmati in streaming sembra ancora perfettibile.

Non è la prima volta che la gestione delle campagne di adveriting crea qualche grattacapo a YouTube. È infatti già accaduto in passato che alcune pubblicità finissero associate a video dal contenuto discutibile (provocando in alcuni casi l’addio dell’inserzionista), sfuggendo al filtro degli algoritmi e della moderazione manuale. La piattaforma ha intensificato i propri sforzi e introdotto nuovi paletti affinché questo non accada o quantomeno accada sempre con minore frequenza.

Se l’efficacia dell’infrastruttura allestita da YouTube per la gestione di spot e banner si sta rivelando efficace, non può purtroppo ancora essere definita perfetta o del tutto esente da difetti. Giungono infatti informazioni in merito alla comparsa di clip pubblicitarie acquistate da realtà come Mercedes-Benz (automaker), Wix (sviluppo Web), Saatva (materassi) e Lemonade (assicurazioni) al fianco di filmati che illustrano teorie cospirazioniste sull’HIV, sulla presunta dannosità dei metodi di cura che supererebbe gli effetti della patologia stessa e che più in generale spingono a sottovalutare i periodi connessi all’esposizione al virus. Intervenuto con un comunicato sulle pagine del sito Adweek, il team di YouTube si scusa per l’accaduto e precisa quali siano le dimensioni del fenomeno.

Non avrebbe dovuto accadere e ci scusiamo per l’errore. I video contrassegnati hanno guadagnato meno di 100 dollari in totale negli ultimi 60 giorni. Abbiamo immediatamente rimosso le pubblicità dai filmati che infrangono le regole e rimborsato gli inserzionisti.

Sempre dalla piattaforma giungono rassicurazioni su un crescente impegno per arrivare a evitare che simili episodi accadano nuovamente in futuro. L’obiettivo è duplice: evitare la fuga di inserzionisti e che il servizio si renda complice della diffusione di informazioni potenzialmente dannose per la salute delle persone.

Sebbene il nostro sistema e i nostri controlli funzionino correttamente nel 99% dei casi, persiste un piccolo numero di situazioni in cui non lo fanno e siamo impegnati per colmare sempre più questo gap.

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