Un nuovo episodio di violenza scuote la capitale: nella serata del 12 novembre 2025, la metro Ottaviano è stata teatro di un’aggressione che pone ancora una volta al centro dell’attenzione il tema della sicurezza e della tutela di chi, come il noto youtuber Simone Cicalone, si espone in prima persona per denunciare fenomeni di microcriminalità urbana. Quella che doveva essere una giornata ordinaria si è trasformata in un incubo per Cicalone, aggredito brutalmente da un gruppo numeroso proprio nei pressi delle biglietterie automatiche, mentre documentava la realtà difficile delle stazioni della metro romana.
Un agguato premeditato alla stazione: la dinamica dell’aggressione
Tutto è accaduto intorno alle 18:30, in un orario in cui la metro Ottaviano pullula di pendolari e residenti. Secondo la ricostruzione fornita da Evelina, la videomaker che da tempo affianca Simone Cicalone nelle sue inchieste, l’attacco è stato repentino e coordinato. Inizialmente erano in due, ma in pochi istanti il gruppo si è ingrossato fino a raggiungere almeno dieci individui, un vero e proprio commando che non ha lasciato scampo allo youtuber.
“Lo hanno fatto cadere e poi hanno continuato a colpirlo con calci e pugni, senza alcuna pietà”, racconta Evelina, ancora scossa. Nemmeno la presenza di una guardia giurata, intervenuta per soccorrere la vittima, è bastata a fermare la furia degli aggressori: anche l’addetto alla sicurezza è stato malmenato. Dal letto dell’ospedale Santo Spirito, Cicalone, visibilmente provato, ha dichiarato: “Erano in dieci contro uno. Infami veri”. Parole che fotografano il clima di intimidazione che circonda chi decide di portare alla luce i reati che avvengono quotidianamente nella rete metropolitana.
Un’escalation di minacce e intimidazioni: il prezzo della denuncia civica
Non si tratta di un episodio isolato. Negli ultimi mesi, Simone Cicalone è stato più volte vittima di aggressione e minacce. Già durante l’estate, aveva subito due attacchi nelle vicinanze di una stazione a Napoli. In aprile, un altro episodio violento si era verificato alla fermata Flaminio, mentre a maggio una vettura lanciata a tutta velocità aveva tentato di investirlo. In quell’occasione, i responsabili gli avevano urlato: “Cicalò, smettila con questi video – non è il tuo lavoro”. Una sequenza inquietante che mostra quanto possa essere rischioso denunciare la presenza di borseggiatori e criminali nelle aree più sensibili della città.
Le indagini e le ipotesi degli inquirenti
Le forze dell’ordine, impegnate a visionare le immagini delle telecamere di sorveglianza, hanno già identificato alcuni sospetti tra i volti noti che erano apparsi nei video realizzati dallo youtuber. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di una aggressione mirata, organizzata da chi vede nella denuncia pubblica un pericolo per le proprie attività illecite. Non si esclude il coinvolgimento di reti criminali locali, anche se gli investigatori mantengono il massimo riserbo in attesa di ulteriori riscontri probatori.
Il dibattito sulla sicurezza metropolitana e la tutela di chi denuncia
Questo ennesimo episodio riaccende il dibattito sulla sicurezza metropolitana e sulla necessità di proteggere i cittadini che, sfruttando la potenza dei social, si fanno portavoce delle istanze collettive contro la criminalità. Le associazioni per i diritti civili chiedono a gran voce una maggiore collaborazione tra piattaforme digitali, forze dell’ordine e istituzioni locali, affinché chi denuncia non venga lasciato solo. Gli esperti consigliano a chi documenta episodi di criminalità di agire sempre in coppia, mantenere un contatto costante con le autorità e, soprattutto, evitare scontri diretti con gruppi numerosi.
Un problema che riguarda tutti: la percezione della sicurezza a Roma
Per i residenti e i pendolari, la metro Ottaviano e molte altre stazioni rappresentano da anni punti critici, dove furti e aggressioni sono all’ordine del giorno. L’episodio che ha coinvolto Simone Cicalone è solo l’ultimo di una lunga serie di eventi che hanno messo in discussione l’efficacia dei sistemi di controllo e prevenzione. Ora le istituzioni sono chiamate a rispondere con azioni concrete, potenziando la presenza delle forze dell’ordine e migliorando la videosorveglianza nei nodi più affollati della città.
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