Amazon Cloud Drive, la musica nella nuvola

Amazon Cloud Drive, per conservare online la propria musica. Amazon Cloud Player, per accedervi. £ 5GB di spazio gratuito.
Amazon Cloud Drive, per conservare online la propria musica. Amazon Cloud Player, per accedervi. £ 5GB di spazio gratuito.

Un hard disk remoto, la propria musica, una connessione: Amazon anticipa tutti i big nel mondo della musica cloud ed annuncia in anteprima la propria soluzione per un “digital locker” sul quale depositare i propri MP3 per la fruizione degli stessi da remoto. Tre gli elementi disponibili:

  • Amazon Cloud Drive
  • Amazon Cloud Player for Web
  • Amazon Cloud Player for Android

Amazon Cloud Drive è il servizio di storage in sé, basato su Amazon Simple Storage Service, protetto da HTTPS ed accessibile tramite login. Ogni utente ha a disposizione fin dall’iscrizione uno spazio pari a 5GB a titolo gratuito sul quale poter depositare immagini, video, documenti e musica. L’acquisto di un album MP3 da Amazon porta lo spazio gratuito disponibile a quota 20GB per un anno, estendendo così pesantemente l’ampiezza di storage disponibile per l’archivio remoto della collezione di proprietà.

Per accedere al Cloud Drive sono disponibili due strumenti ulteriori, entrambi disponibili a titolo gratuito: Cloud Player for Web consente la gestione dei propri file da tablet e smartphone Android oltre che da Mac e da PC (accessibile tramite Internet Explorer, Firefox, Safari per Mac e Chrome); Cloud Player for Android, compreso in dotazione standard nell’apposita Amazon MP3 App, consente la gestione del servizio da device Android (il player per Android è stato però rilasciato al momento soltanto sul territorio USA).

Ogni acquisto musicale contratto da Amazon viene automaticamente caricato sullo spazio online senza tuttavia andare ad erodere lo spazio gratuito disponibile. L’acquisto di spazio ulteriore prevede un costo minimo pari a 20 dollari annui per 20GB di musica.

Grazie al nuovo servizio è possibile accedere ai propri file musicali online ovunque vi sia una connessione accessibile, scaricandoli quando si renda utile riprodurli e con la possibilità di evitare di occupare spazio locale su macchine che si intendono lasciare libere. Una mossa simile era attesa da Google (con Google Music) e da Apple (tramite MobileMe), ma entrambi sono stati anticipati da Amazon (che da tempo ormai investe nel cloud). Il successo di servizi di questo tipo potrebbe essere dettato però non soltanto dal rapporto storage/prezzo, ma anche dalle opportunità create nell’integrazione tra device, applicazioni e servizi: Google potrebbe ad esempio integrare lo storage con i propri servizi online, mentre Apple potrebbe prevedere offerte apposite per l’utenza iPhone/iPad.

Ad oggi l’unica vera soluzione di musica cloud è però quella avanzata da Amazon, il sito di e-commerce che ormai da lungo tempo sta tentando di differenziare la propria offerta per meglio resistere agli alti e bassi di un mercato digitale in piena e costante evoluzione.

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