Android, la licenza che non c'è

La decisione di Google di tenere per sé il codice di alcune versioni di Android potrebbe costare caro alla società così come ai produttori.
La decisione di Google di tenere per sé il codice di alcune versioni di Android potrebbe costare caro alla società così come ai produttori.

Nuovi problemi di licenza per Android: questa volta, però, non si tratta di un attacco diretto da parte di una società concorrente volto a minare l’egemonia del robottino verde nel mondo degli OS mobile, bensì un clamoroso passo falso da parte del team Google che ne cura lo sviluppo. Secondo quanto riportato da Florian Muller di FOSS Patents, infatti, Google avrebbe violato la licenza GPL alla base del codice sul quale è stato costruito Android e le conseguenze potrebbero essere piuttosto serie.

In particolare, la colpa di cui si sarebbe macchiato il colosso delle ricerche sarebbe relativa al mancato rilascio del codice sorgente del sistema operativo, come invece richiesto dalla licenza GPL con la quale Android è distribuito dal gigante di Mountain View. Essendo basato fortemente sul codice del kernel Linux, dunque, le versioni installabili dagli utenti devono obbligatoriamente essere accompagnate dal relativo codice sorgente: sebbene Google abbia rispettato tale clausola fino alla versione 2.3 del sistema operativo, altrettanto non si può dire per Honeycomb 3.0, che come annunciato non sarà affiancato (almeno nei primi mesi) dal relativo sorgente.

Il pericolo, poi, non incombe esclusivamente su Google, bensì su tutti i produttori che nel tempo hanno abbracciato Android, realizzandone versioni customizzate che, essendo basate su codice GPL, devono essere distribuite con la medesima licenza ed accompagnate dal relativo sorgente. Ben pochi sono invece le società che hanno reso disponibile il codice delle versioni personalizzate di Android, risultando quindi potenzialmente a rischio denuncia: secondo Muller il pericolo sarebbe quello di veder giungere una richiesta di ingiunzione da parte di diverse società sullo stile di quella voluta da Apple nei confronti del Galaxy Tab di Samsung, con chiari danni per l’economia di tutte le aziende che hanno visto in Android una possibile miniera d’oro per il proprio mercato mobile.

La decisione da parte di Google di non rilasciare il sorgente del robottino verde, così come quella da parte dei vari produttori di tenere per sé i segreti delle proprie rivisitazioni dell’OS, potrebbe costare dunque molto caro ad ambo le parti: la licenza scelta dalla società di Mountain View per distribuire la propria piattaforma mobile pende infatti come una spada di Damocle sul futuro dell’intero ecosistema Android, risultando inoltre un freno alle intenzioni dei produttori di continuare lungo la strada del sistema operativo targato Google.

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