AOL Time Warner: fuori dalla bufera senza Case

AOL Time Warner potrebbe, nella riunione prevista per oggi, mettere alla porta il suo presidente Steve Case. Alla base della decisione la volontà di ripartire da zero.
AOL Time Warner potrebbe, nella riunione prevista per oggi, mettere alla porta il suo presidente Steve Case. Alla base della decisione la volontà di ripartire da zero.

Era stata considerata la più grande
operazione strategica della New Economy, il naturale matrimonio fra i vecchi
e i nuovi mezzi di comunicazione. Quando, nel gennaio 2001, Steve Case firmò
quel contratto con cui la giovane America On Line si portava a casa l’impero
Time Warner (Times, Cnn, Warner Bros ecc.), in molti urlarono sulla rete
entusiasti: Internet trionfa sui vecchi media, l’integrazione fra infrastrutture
di rete e TV è alle porte.

Oggi Stephen M. Case, il giovane presidente di AOL nonché della
nuova AOL Time Warner, potrebbe trovarsi senza lavoro. Il consiglio di amministrazione
della società potrebbe chiedergli di farsi da parte per lasciare che il rilancio
della società sia esentato dai troppi legami con il passato. Le voci sulla
sua partenza sono state però smentite dal portavoce della società.

La più grande operazione economico/finanziaria di una società della nuova economia si sta trasformando nella più grande delusione. Da quando America On Line, uno dei primi provider degli USA, acquisì Time Warner,
la nuova società non ha fatto altro che perdere profitto, perdere investitori,
perdere credibilità. Dal Gennaio 2001 il titolo AOL Time Warner ha perduto
quasi il 70% del suo valore. La fusione dei nuovi media con i vecchi media
non si è trasformata nel business sperato e Time Warner alla fine ha presentato
il conto ai nuovi proprietari. Vorrebbe addirittura cambiare nome: da AOL
Time Warner a Time Warner AOL oppure, peggio, a Time Warner e basta.

Gran parte del management di AOL che mise in piedi la fusione ha
lasciato da tempo la nuova società e ora tutti si aspettano che anche Steve
Case ceda il posto. A dare l’ultima spallata al presidente sono state anche
due dubbie operazioni su cui indaga anche la SEC, l’organo di controllo
di Wall Street: aver gonfiato i conti di AOL prima della fusione e aver guadagnato
personalmente milioni di dollari sulla vendita di alcune azioni.

A parte le responsabilità penali, su Case pesa un altro grave errore:
l’aver creduto che il successo sulla rete passasse per le strade già tracciate
dei vecchi media. Pensare, insomma, che Internet sia solo un mezzo per veicolare
TV, cinema, magazine sotto un unico marchio e un unico mezzo. AOL Time Warner
voleva essere il media per tutti e dappertutto: AOL Anywhere.

Così non è stato e lo hanno capito un po’ tutti: dal management
agli investitori. Recentemente il responsabile della divisione larga banda
di AOL ha dichiarato di aver compreso come le autostrade telematiche possano
essere utilizzate in modi differenti dalla TV. Il nuovo servizio AOL 8.0
dovrebbe puntare sulle reali esigenze degli utenti aumentando i servizi di
community e di comunicazione “da pari a pari”.

Un cambio di prospettiva che, ad AOL Time Warner, sperano di poter
portare a termine senza ingombranti scheletri nell’armadio.

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