App Store: Apple rimuove l'app che "cura" i gay

Apple ha rimosso da App Store l'applicazione Setting Captives Free, app dedicata agli utenti cristiani e focalizzata sulla cura dell'omosessualità.
Apple ha rimosso da App Store l'applicazione Setting Captives Free, app dedicata agli utenti cristiani e focalizzata sulla cura dell'omosessualità.

Apple ha rimosso da App Store, e senza possibilità d’appello, un’applicazione pensata per la “cura” dell’omosessualità. Apparsa qualche giorno fa sia sullo store di Cupertino che sul Play Store di Google, il software pare abbia eluso i controlli di base del team della Mela presentandosi come una normale app dedicata ai credenti, una sorta di breviario di preghiere e riflessioni religiose per gli utenti ultra-cristiani. Peccato, però, che al suo interno contenesse contenuti discriminatori nei confronti della comunità LGBT.

Così come anche il nome suggerisce, con un riferimento più che esplicito alla “liberazione dei prigionieri”, l’applicazione forniva indicazioni per un corso di 60 giorni che avrebbe slegato gli utenti dalla “trappola” dell’omosessualità: quest’ultima non sarebbe un orientamento sessuale presente dalla nascita, bensì il risultato di una vita volta all’inseguimento del peccato.

L’organizzazione All Out, un gruppo dedicato alla promozione dell’uguaglianza delle persone e alla lotta all’omofobia, si è accorta di questi contenuti e ha lanciato una petizione in Rete affinché Apple e Google rimuovessero il software dai loro negozi. Cupertino, dopo aver analizzato il caso, ha eliminato in mattinata l’app per violazione esplicita dei termini d’uso. Nell’accordo con gli sviluppatori, infatti, la Mela vieta l’utilizzo di App Store per la diffusione di materiali discriminatori, razzisti o volti all’attacco di minoranze.

Le regole di App Store sono da sempre molto rigide e non capita di rado vedere l’eliminazione di software dal negozio virtuale, in particolare quando vengono rinvenuti materiali in vago odor di pornografia o discriminatori. Sui social network, così come fra i commenti sulla stampa specializzata, alcuni navigatori si chiedono se l’atteggiamento di Apple non sia una limitazione alla libertà di parola o comunque una facile strategia per evitare controversie o cattiva pubblicità. In questo caso, tuttavia, appare esplicitamente la natura discriminatoria dei contenuti diffusi, di conseguenza la Mela non avrebbe potuto comportarsi diversamente.

A questo si aggiunga come Apple da sempre riconosca e supporti i diritti della comunità LGBT, esponendosi anche direttamente al Congresso USA affinché i matrimoni omosessuali siano riconosciuti in tutti gli Stati Uniti. Inoltre, il gruppo di Cupertino ha supportato il movimento contro la Proposition 8 – l’intervento referendario che ha tentato di rendere illegali le nozze gay in California – e ha abbracciato la campagna “It Gets Better” contro il bullismo omofobico, distribuendo in Rete un toccante video con protagonisti i dipendenti gay, bisex e transgender.

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