Augmedix: Google Glass per l'ambito medico

È una delle startup che fino ad oggi hanno puntato maggiormente sugli occhiali di bigG, sfruttandone le potenzialità nel settore dell'health care.
È una delle startup che fino ad oggi hanno puntato maggiormente sugli occhiali di bigG, sfruttandone le potenzialità nel settore dell'health care.

Google Glass non sarà un dispositivo destinato all’ambito consumer, è quasi una certezza. Piuttosto, gli occhiali di bigG per la realtà aumentata potranno costituire uno strumento utile per gli operatori dell’ambito medico. L’ennesima dimostrazione arriva da Augmedix, una startup che si è appena assicurata un finanziamento pari a 17 milioni di dollari e specializzata proprio nell’impiego di sistemi AR per la cura della salute.

Il team fornisce a laboratori e ospedali una varietà di soluzioni hardware ottimizzate per rispondere a specifiche esigenze. Più precisamente, una piattaforma attraverso la quale richiamare le cartelle dei pazienti e consultare la loro storia clinica attraverso la lente sovrapposta al campo visivo, così da conoscere ad esempio i farmaci utilizzati, l’anamnesi, il risultato degli esami diagnostici condotti ecc. L’interazione avviene principalmente tramite comandi vocali. Il reale vantaggio è quello di permettere ai medici di instaurare e coltivare un rapporto diretto con il paziente anziché dover focalizzare l’attenzione su un monitor.

Augmedix non è una realtà universalmente nota, ma di certo una di quelle che da più lungo tempo puntano su Google Glass: conta oggi circa 400 dipendenti e ha già fornito le proprie soluzioni a centinaia di medici, basate sulla Enterprise Edition degli occhiali. Un’altra startup attiva con un’iniziativa simile è CrowdOptic, specializzata però nella trasmissione di eventi in diretta nell’ambito professionale. Proprio nei giorni scorsi il team ha annunciato di aver raggiunto il traguardo dei 10.000 livestream.

Il dispositivo AR di Mountain View non è dunque stato abbandonato: semplicemente mira ad offrire una piattaforma pensata specificatamente per il business, a differenza di quanto ipotizzato in un primo momento. Sotto la guida di Tony Fadell (Nest), la squadra al lavoro su Project Aura continua il proprio impegno al fine di migliorare la tecnologia.

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