Current tv - Riflessioni sparse

L’evento organizzato all’Ambra Jovinelli è stato un apparente successo. La parola “successo” è d’obbligo perchè la sala era ricolma di grandi sorrisi, la blogosfera è stata lieta di aver potuto partecipare e ne è uscito qualcosa di interessante. La parola “apparente” è invece d’obbligo, perché dell’utilità di tale presentazione si potrà comporre qualche valutazione solo tra giorni, settimane, forse mesi.

Current Tv va messa alla prova. Solo nel lungo periodo si potrà capire se le promesse saranno mantenute. Ed è di questo che si è parlato, soprattutto: Al Gore si è prodigato ad allontanare da sé politica e corporation, ma il suo atteggiamento disinibito si è scontrato con lo scetticismo della sala: siamo blogger, siamo italiani, siamo noi a dire a lei come funziona qui… e così le domande sull’integrità della linea redazionale si sono moltiplicate e Al Gore non ha potuto altro che fare giurin giurella.

Quella sporca 30ina non s’è vista. In sala non c’era alcuna divisione, e quel sistema si è confermato solo un utile sistema organizzativo per smistare gli inviti. In sala chi tardi arriva male alloggia. Impeccabile.

Al Gore si è confermato un gran personaggio. Piacione e simpatico, grande presenza e parlata sicura. Gran venditore di speranze (forse non abbastanza per diventare presidente USA, ma sicuramente buono per promuovere una iniziativa imprenditoriale).

Su due cose, però, Al Gore non è stato chiaro ed ha lasciato pesanti ombre su Current Tv. La prima è nel fatto che Current si trova ad esordire in Italia senza investitori italiani. I rapporti economici sono solo con Sky. Se ciò potrebbe assicurare maggiore autonomia, dall’altra limita però la capacità di sussistenza economica (da valutarsi dunque in divenire). La seconda ombra è quella meno simpatica. Una delle ultime domande era relativa alla tutela legale di coloro i quali inviano Pod su Current. Al gore ha parlato di prevenzione e di un team legale in grado di filtrare tutto ciò che potrebbe divenire pericoloso, ma ciò conferma solo due cose: 1. Current Tv non si sbilancerà probabilmente sui grandi temi o nel giornalismo di denuncia; 2. l’autore del Pod ha pochi oneri e molti onori, perchè guadagnando potenzialmente 500/1000 euro per un Pod rischia poi però ben di più nel caso giungesse una qualche denuncia per i contenuti riportati. Il gioco non vale la candela, insomma, se non al prezzo di un feroce appiattimento della carica contenutistica del palinsesto.

La giornata si chiude con capannelli vari attorno ai pochi volti conosciuti nel consesso eterogeneo dei blogger in sala.

Per Current Tv la sfida inizia oggi: il palinsesto dovrà essere all’altezza della posizione che si è guadagnato. Avere un posto sul canale 130 è come avere un bar in Via del Corso tra i negozi Gucci e Prada. Non farlo rendere sarebbe peccato mortale. Current Tv sul canale 794 sarebbe privo di significato, diciamolo, ed in quel 130 c’è gran parte del valore del programma. Tra Fox e Sky Sport, in quel passaggio obbligato che ogni buon zapping fa percorrere su Sky.

Il giudizio è forzatamente sospeso, a priori non si giudica. Ma ci torneremo su a tempo debito…

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