Gli Hacker preferiscono il .it

Le pagine hackerate nel nostro paese sono in crescita esponenziale. Negli ultimi 30 giorni sono stati registrati oltre 70 attacchi e in molti gridano all'euforia anti globalizzazione.
Le pagine hackerate nel nostro paese sono in crescita esponenziale. Negli ultimi 30 giorni sono stati registrati oltre 70 attacchi e in molti gridano all'euforia anti globalizzazione.

Gli Hacker di tutto il mondo sembrano preferire in modo particolare i server del nostro paese. Secondo l’archivio europeo Alldas.de sono ben 279 i siti che hanno subito attacchi da parte di gruppi di hacker dall’inizio del servizio di monitoraggio (con regolarità da inizio 2000). A questi andrebbero poi aggiunti tutti gli attacchi che non sono stati documentati dall’archivio tedesco.



La situazione è apparsa evidente lo scorso fine settimana quando il gruppo C0BR4S ha proceduto alla sostituzione, quasi contemporanea, dell’Home Page di alcuni siti, tra i quali anche quella di HTML.it.



La tecnica utilizzata è sempre la stessa: un semplice quanto efficace Defacement, ossia la sostituzione dell’Home Page del sito con una pagina personale dell’Hacker, contenente rivendicazioni o messaggi di soddisfazione per l’atto riuscito. Nessun sito, stando alle notizie che abbiamo reperito, ha subito un attacco più profondo e in nessun caso l’hacker ha avuto accesso a dati sensibili all’interno del sistema.



Dall’inizio di Giugno sono stati oltre 70 i siti italiani attaccati. Tra questi spiccano i nomi di RaiNews24, hackerato l’otto luglio, Minindustria.it, hackerato il primo Luglio (mirror del defacement) e il sito del Gruppo Democratici di Sinistra alla Camera, “bucato” lo scorso 7 luglio (mirror del defacement). I sistemi su cui si basava la maggior parte dei siti erano marchiati Microsoft, solo un paio i server Linux. Tra i gruppi che hanno rivendicato gli attacchi apponendo la propria firma in calce alla pagina modificata spicca proprio il citato gruppo brasiliano C0BR4S.



Queste vicende hanno avuto anche alcuni strascichi “mediatici”. All’indomani dei primi attacchi, molta stampa nazionale ha messo in correlazione le azioni con il prossimo G8 in programma fra due settimane a Genova. Lo stesso direttore di RaiNews24, in alcune dichiarazioni al quotidiano Repubblica, si è dichiarato «sconcertato» per l’attacco al proprio sito: «Per noi quello del G8 è un tema grosso ed evidentemente hanno voluto colpirci proprio per questo». Probabilmente, come lo stesso Punto Informatico ha messo in evidenza, la correlazione è un forzatura giornalistica, anche perché nessun messaggio conteneva rivendicazioni anti G8 (sul sito hackerato dei Democratici di sinistra campeggiavano messaggi d’amore per le fidanzate degli hacekr!) .



Un rappresentante dell’AIPA (l’Autorità per l’informatica nella Pubblica Amministrazione), in una dichiarazione riportata dal sito brasiliano Infoguerra, ha chiarito che sebbene non ci sia nessun riferimento esplicito al vertice, in questi ultime settimane si è effettivamente registrato un notevole accrescimento degli attacchi. La stessa prefettura di Genova, sempre secondo il sito brasiliano, avrebbe subito un tentativo sventato di hacking.



Rimane tuttavia un dato su cui riflettere: secondo le statistiche pubblicate dal citato Alldas.de, dall’inizio del servizio di monitoraggio dei defacement i siti italiani hackerati sono stati ben 279, contro i 95 francesi, i 226 tedeschi e gli appena 63 spagnoli.

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