Google gongola: la Universal Search è salva

Google esulta per l'accordo con la FTC: la Universal Search è salva ed il motore si trova costretta a cedere in parte soltanto su brevetti e advertising.
Google esulta per l'accordo con la FTC: la Universal Search è salva ed il motore si trova costretta a cedere in parte soltanto su brevetti e advertising.

Google non può che festeggiare per l’accordo siglato con la FTC: sebbene su alcuni punti il gruppo abbia dovuto mollare la presa, sul tema principale delle indagini dell’antitrust è uscita vincitrice, immacolata, vedendo così non solo salvo ma addirittura rinforzato il proprio imprinting sul comparto della ricerca.

Il primo commento del gruppo è affidato a David Drummond, Chief Legal Officer dell’azienda di Mountain View, il quale apre il proprio intervento con parole estremamente chiare:

La Federal Trade Commission ha annunciato di aver chiuso le proprie indagini su Google dopo una esaustiva supervisione lunga 19 mesi con cui ha analizzato milioni di pagine di documenti e molte ore di testimonianze. La conclusione è chiara: i servizi Google sono buoni per gli utenti e validi per la competizione.

Google fa sapere inoltre di aver scritto alla FTC in data 27 dicembre 2012 (pdf) per portare avanti due azioni volontarie sui propri servizi, azioni che vanno incontro alle volontà dell’antitrust: l’apertura di una opzione di opt-out per evitare l’indicizzazione di particolari contenuti all’interno del motore di ricerca e l’apertura di un nuovo servizio di API che faciliti il lavoro degli inserzionisti che operano su Google AdWords. Google ha in pratica anticipato quel che la commissione avrebbe chiesto in queste ore, una sorta di gesto di apertura e disponibilità per rendere quanto più pulita ed indolore l’uscita da un caso che si configurava come uno snodo cruciale per le attività del gruppo. Snodo da cui il gruppo esce ora con mani pulite ed immagine rinforzata, poiché il commento della FTC è stato chiaro quanto il commento del legale del gruppo guidato da Larry Page: la commissione non ha ravvisato colpe tali da suggerire una azione legale, ma è bastato dirimere poche vertenze per giungere all’accettazione di un accordo.

David Drummond ricorda come l’azienda si sia impegnata a dirimere tramite agenti terzi ed indipendenti le questioni relative ai brevetti FRAND, ma gongola per tutto quanto concernente la Universal Search: la FTC ha considerato questo tipo di ricerca un modo evoluto di proporre risposte e non piuttosto una ostruzione per la concorrenza. Così facendo, insomma, Google avrebbe potenziato il vantaggio degli utenti senza colpire in alcun modo la competitività generale nel mondo della ricerca online.

Ci dirigiamo verso il 2013 eccitati per la nostra capacità di innovare a beneficio degli utenti

Perché questo è il significato primo dell’accordo con la FTC: Google ha le mani libere e potrà spingere sull’acceleratore per confermare la propria leadership nella ricerca online. Ombre del passato vengono spazzate via senza lasciare traccia, in attesa che anche la Commissione Europea si esprima sulla questione. L’Europa, anzi, rappresenta la sfida principale poiché è noto come le maglie dell’antitrust siano più stringenti. Tuttavia UE e USA hanno portato avanti le indagini in parallelo ed in cooperazione reciproca, il che sembra regalare a Google qualche speranza in più di veder registrata una vittoria anche dall’altra parte dell’oceano. La commissione guidata da Joaquin Almunia dovrebbe deliberare entro le prossime settimane.

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