HP a sorpresa in rialzo

Nel totale disastro dell'economia statunitense la politica di differenziazione dei prodotti e dei mercati operata da Hewlett Packard sembra pagare con risultati superiori alle previsioni degli analisti. Per il 2009 si attende una conferma
Nel totale disastro dell'economia statunitense la politica di differenziazione dei prodotti e dei mercati operata da Hewlett Packard sembra pagare con risultati superiori alle previsioni degli analisti. Per il 2009 si attende una conferma

Nel mare del disastro causato dalla stagnante (se non affondante) economia statunitense, a sorpresa si staglia il titolo HP, che in una giornata comunque luminosa si distingue in positivo e sforna previsioni di risultati trimestrali superiori alle aspettative degli analisti.

Invece degli annunciati 33,6 miliardi di dollari di profitto totale, per la società numero uno nella produzione di personal computer gli analisti avevano previsto guadagni nell’ordine dei 33,1 miliardi. «È la prova di quanto HP sia ben posizionata rispetto ai rivali in un ambiente economico estremamente duro» ha dichiarato l’analista del Toni Sacconaghi al New York Times e con ben più soddisfazione gli ha fatto eco il CEO dell’azienda Mark Kurd: «Quello che ci differenzia è la capacità di operare in mercati competitivi».

HP domina il 18 percento del suo settore con il rivale Dell fermo al 14%, ma non è stata la posizione dominante a causare l’inaspettato rialzo, quanto bensì una rigida e anticipata politica di taglio dei costi e un’attenta diversificazione del business.

Hewlett-Packard infatti non vende soltanto computer e soprattutto non limitatamente agli Stati Uniti: il gruppo ha anche una buona posizione nel florido mercato delle stampanti nel resto del mondo, compresi i paesi in via di sviluppo e in quelli meno colpiti dalla crisi.

Ora per il 2009 le previsioni per il titolo sono buone e si respira, per quanto riguarda il limitato ambito della compagnia statunitense, aria di fiducia anche se è chiaro che la caduta del dollaro non potrà non avere effetti di medio periodo che si stimano intorno al 6/7% del valore azionario.

Il titolo ha chiuso l’ultima seduta di contrattazioni a +14.49% chiudendo a 33.59 dollari (la seduta precedente si era chiusa sotto quota 30).

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