Il 2008 si è concluso: luci e ombre per l'advertising

Anche il 2008 è diventato passato. Resterà il ricordo dell’esplosione della crisi internazionale e dell’arrivo di una galoppante recessione. E, nel mercato promozional-pubblicitario, rimarrà soprattutto il ricordo di un andamento contrastante, con alcune luci e parecchie ombre.

Nonostante alcuni eventi di grande valenza mediatica, come le elezioni del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, o i Giochi Olimpici di Pechino, l’anno si è stancamente portato a termine con un calo del 3,8% nelle spese pubblicitarie: secondo i dati forniti da Publicis Groupe, infatti, la spesa per l’advertising si è inaspettatamente arenata a 172,5 miliardi di dollari, sul freno di alcuni settori economici (quali quello automotive).

Per il 2009, inoltre, poche sono le speranze di un recupero. Stando ai dati forniti dalle associazioni industriali del settore, la spesa per la pubblicità sarebbe prevista in calo di almeno un 5-6%, per un valore complessivo di poco superiore, cioè, ai 160-162 miliardi di dollari.

In controtendenza, come più volte abbiamo avuto modo di parlare qui su Webnews, è invece stato l’andamento dell’advertising online, con la pubblicità sulla rete in crescita del 16% per il 2008 e, in contrazione (ma pur sempre con una variazione positiva) al 5% nel 2009.

Quanto sopra è anche il frutto delle riflessioni di Suzanne Vranica, su The Wall Street Journal, che si è cimentata in un arduo compito. Stabilire quali siano le campagne pubblicitarie più riuscite del 2008, e quali abbiano costituito un flop.

Tra i successi Vranica annovera (ma c’erano poche sorprese) la campagna di Barack Obama e in particolar modo il video musicale “Yes We Can”, prodotto da will.i.am. Ma tra i favoriti del WSJ ci sarebbero anche le iniziative advertising di Burger King, di E*Trade Financial, della Gatorade di Pepsi e di Apple.

Tra i flop, invece, qualche nome noto: Microsoft prima di tutti, con una faraonica e milionaria campagna pubblicitaria che ha coinvolto Jerry Seinfeld e Bill Gates; ma anche Toyota Motor, alle prese con la prima perdita operativa della sua storia, Salesgenie.com, Pfizer, e la travagliatissima AIG, che mentre si vedeva franare il terreno (finanziario) sotto i pieni, puntava ancora su uno slogan che comunicava solidità.

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