Il mercato grigio fa causa a Microsoft

Redmond dovrà difendersi dalle accuse di un rivenditore di software olandese già accusato in Maggio di esportazione illegale di licenze dall'Egitto. L'uomo ora intende procedere presso l'Unione Europea accusando la società di abuso di posizione dominante
Redmond dovrà difendersi dalle accuse di un rivenditore di software olandese già accusato in Maggio di esportazione illegale di licenze dall'Egitto. L'uomo ora intende procedere presso l'Unione Europea accusando la società di abuso di posizione dominante

Non ha avuto ancora il tempo di smaltire la causa antitrust dell’Unione Europea che per Microsoft arrivano in sede legale altre accuse di comportamento sleale e abuso della propria posizione dominante. Adesso a trascinare il gigante di Redmond in tribunale è però un privato.

Il venditore di software olandese Samir Abdalla ha infatti richiesto i servizi di Houthoff, uno dei più rinomati e richiesti studi legali con sede a Bruxelles, per portare avanti le sue richieste in aula di tribunale contro il numero uno del software mondiale. In realtà però già Redmond lo scorso maggio aveva fatto causa all’olandese per esportazione illegale di licenze che poi sarebbero state rivendute. Materiale dal valore, secondo Microsoft, pari a 3,4 milioni di dollari.

Già allora Abdalla minacciò ritorsioni legali ed ora è passato all’azione. Tutto gira intorno al mercato grigio, cioè quel tipo di rivendita del software (ma può esistere anche per oggetti comuni) che non rientra nel circuito ufficiale sebbene sia perfettamente legale.

Quello che Samir Abdalla faceva, era comprare licenze Microsoft in Egitto per poi rivenderle negli Stati Uniti, cosa che nel paese di destinazione è assolutamente legale (lo è invece meno in Europa). Difatti l’accusa di Abdalla fa proprio riferimento al fatto che Redmond voglia soffocare il mercato cosiddetto “grigio”.

Office in particolare è 5 volte più costoso in Europa che in Egitto e in generale, in un confronto Europa-Stati Uniti, le differenze di prezzo variano tra il 30 e il 50%, tranne Windows Vista che costa solo il 15% in più. E non hanno un ruolo in tali politiche le fluttuazioni economiche legate al cambio poichè la valuta con cui Microsoft esporta è sempre il dollaro.

Secondo lo studio legale il caso è abbastanza semplice: «Microsoft cambia in maniera significativa il prezzo a seconda del paese e in Europa il costo è molto maggiore che negli Stati Uniti. Perciò noi crediamo infranga sia l’articolo 18 del trattato europeo, che vieta cartelli che limitino la competizione, sia l’articolo 82, che bandisce l’abuso di posizione dominante».

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