La sfida a George Bush è ufficialmente partita. Le primarie dei
  Democratici nello stato dell’Iowa, sono state il primo passo della lunga corsa
  che porterà alle presidenziali del prossimo novembre. Mai come in questa
  tornata elettorale, le vicende politiche americane sembrano essere intrecciate
  con temi legati alla Rete. Vediamo quali sono le principali tendenze fin qui
  emerse.
Che qualcosa stesse cambiando nel rapporto tra l’Internet e la politica, lo
  si è capito nei primi mesi del 2003, quando Howard Dean ha ufficializzato
  la sua candidatura. La campagna dell’ex governatore del Vermont ha avuto da
  subito come luogo privilegiato di promozione proprio la Rete. È chiaro,
  il net-activism, politicamente inteso, non è certo una novità.
  Dean lo ha però portato in una dimensione inesplorata, quella della ‘politica
  ufficiale’, e su un terreno, quello elettorale, finora dominati dalla TV e dalla
  grande stampa. 
Lo stratega della campagna è Joe Trippi, un signore che sin dall’inizio
  dell’avventura elettorale, ha mostrato di avere idee molto chiare. In un’intervista
  rilasciata lo scorso marzo al New Republic, affermava di voler dar vita alla
  più gigantesca mobilitazione dal basso della storia dei Democratici.
  Due i fronti cruciali: l’organizzazione della macchina elettorale e il reperimento
  di fondi. In entrambi i casi il successo è stato clamoroso. 
Il sito Meetup.com, nato come servizio per facilitare gli incontri su
  base locale di persone accomunate dai più diversi interessi, è
  diventato presto il principale strumento di mobilitazione e aggregazione di
  volontari. Ad oggi, la pagina di Dean su Meetup, conta 181,376 membri iscritti.
Analoga funzione hanno svolto le decine di blog nati intorno a quello
  ufficiale. L’adozione di questo strumento da parte dello staff di Dean e dei
  suoi supporter, ha mostrato chiaramente quale sia il confine tra comunicazione
  e ‘vetrina’ e che se si vuole avere successo sulla Rete, anche in politica,
  bisogna comunicare e non limitarsi a servire paginette in HTML. Aggiornamenti
  frequenti, notizie sempre fresche, apertura ai commenti e ai contributi esterni:
  questo è un blog e Dean ha mostrato di saperlo usare. Ed è stato
  tanto bravo che ora tutti i suoi rivali democratici ne hanno uno e che persino
  gli uomini media di Bush hanno pensato che il Presidente non potesse rimanere
  senza.
 In molti ambienti la folgorazione è stata immediata e Dean si è
  guadagnato il supporto diretto di alcune tra le menti più lucide della
  net culture progressista, da David Weinberger (uno degli autori del Clue
  Train Manifesto) a Lawrence Lessig, il professore di Harvard divenuto
  famoso per la lotta contro l’estensione delle catene del copyright. Di fronte
  alla crescita nei sondaggi e nel supporto popolare, in molti hanno tirato fuori
  un paragone con l’epoca Kennedy. Se JFK fu l’uomo che impose il ruolo determinante
  della televisione nella propaganda politica, Dean può esserlo per l’Internet.
Molti sanno come è finita in Iowa. Le cose non sono andate benissimo
  per Dean, risultato terzo dietro John Kerry e John Edwards. Facile attendersi
  un raffreddamento degli entusiasmi o una presa d’atto che i tempi non sono ancora
  maturi per una politica spinta interamente dalla Rete. Come per l’esito della
  corsa alla candidatura, però, anche su questo tema c’è solo da
  aspettare.
Intanto, sempre dalla Rete, è partita un’originale forma di attacco
  a George Bush. Ad organizzare quella che possiamo definire una ‘mobilitazione
  creativa’, è stato il sito MoveOn.org, forse il principale centro
  di attivismo democratico degli Stati Uniti. L’idea è stata quella di
  commissionare direttamente al pubblico, una serie di spot anti-Bush della durata
  di 30 secondi (il nome dell’iniziativa era appunto Bush in 30 Seconds).
  La giuria, che vedeva tra i suoi componenti personaggi notoriamente ostili al
  presidente come Michael Stipe, Moby e Michael Moore, ha
  già emesso il verdetto e ora MoveOn sta tentando di piazzare lo spot
  tra quelli che andranno in onda durante l’imminente Super Bowl. La CBS, però,
  non pare intenzionata a dare l’OK. Vedremo.
Un altro tema che sta suscitando polemiche, per concludere, è quello
  del voto elettronico. Dopo il clamoroso pasticcio avvenuto in Florida nelle
  presidenziali del 2000, in molti hanno iniziato a ragionare su un sistema che
  possa impedire il ripetersi di quella incredibile debacle. Chiaramente,
  il primo pensiero è quello di sostituire gli imperfetti meccanismi umani
  con la fredda precisione di una macchina. Fatto sta che la dislocazione sul
  campo dei favorevoli e dei contrari è quanto meno curiosa. Autorità
  locali e ufficiali dei vari stati spingono verso l’innovazione, mentre autorevolissimi
  tecnologi e scienziati continuano a mettere in guardia sui problemi di sicurezza
  ed efficacia di queste macchine, proponendo in molti casi la soluzione che da
  loro non ti aspetti: carta e matita.
Se vuoi aggiornamenti su Web e Social inserisci la tua email nel box qui sotto:
/https://www.webnews.it/app/uploads/2025/10/wp_drafter_1221161.jpg) 
                        /https://www.webnews.it/app/uploads/2025/10/wp_drafter_1221109.jpg) 
                        /https://www.webnews.it/app/uploads/2025/10/offerta_trapani_lidl.jpg) 
                        /https://www.webnews.it/app/uploads/2025/10/wp_drafter_1221048.jpg)