IVA sugli ebook: l'Italia è in infrazione

L'Italia vuole l'iva al 4% ma in Europa non ha trovato l'accordo. Oggi in aula il ministro Franceschini ha invitato a proseguire e aprire una battaglia.
L'Italia vuole l'iva al 4% ma in Europa non ha trovato l'accordo. Oggi in aula il ministro Franceschini ha invitato a proseguire e aprire una battaglia.

L’Italia è volontariamente in infrazione sull’iva agli ebook. L’ha confermato in aula il ministro Dario Franceschini durante un question time, rispondendo all’interrogazione presentata dal suo stesso gruppo parlamentare. Dopo il documento aperto e non vincolante del consiglio europeo, l’Ecofin non ha trattato l’argomento e ora il testo della Stabilità è al Senato. Verrà confermato?

Oggi alla Camera il ministro Franceschini ha risposto alle interrogazioni a risposta immediata prevista all’ordine del giorno, la prima delle quali firmata da un gruppo di deputati del Pd e presentata dall’on. Flavia Nardelli, che riprende il tema ebook e iva al 4% dall’incontro dello scorso 25 novembre chiedendo lumi al ministro che vi ha partecipato:

In occasione del recente Consiglio formale dei Ministri della cultura – svoltosi il 25 novembre 2014 a Bruxelles – organizzato nel contesto del semestre italiano di presidenza dell’Unione europea e presieduto dal Ministro interrogato, è stato affrontato il tema del diverso regime fiscale applicato agli ebook e ai libri a stampa e dell’importanza di promuovere la lettura come strumento per diffondere il sapere, incoraggiare la creatività, sostenere l’accesso alla cultura e la diversità culturale e sviluppare la consapevolezza dell’identità europea;
Recenti dati di settore riportano, grazie al digitale, una crescita nel 2014 del 5 per cento del fatturato, con una stima di ulteriore crescita, anche per gli anni successivi, nel caso in cui il nostro Paese riuscisse ad equiparare e, quindi, ridurre il regime fiscale per i formati digitali;
Negli ultimi mesi il Parlamento – a sostegno della linea in più occasioni definita dal Governo – ha convenuto sull’importanza di sostenere il digitale anche manifestando l’intenzione di ridurre sensibilmente l’iva sugli ebook;
Il libro è tale indipendentemente dal suo formato e le ragioni per le quali i libri in formato elettronico dovrebbero essere assoggettati alla medesima aliquota iva dei libri di carta sono le stesse: il valore culturale e le esternalità positive che il consumo di libri ha sullo sviluppo economico in una società della conoscenza –:
Quali siano state le conclusioni del Consiglio formale dei Ministri della cultura tenutosi a Bruxelles, con particolare riguardo al tema del regime fiscale da applicare agli ebook.

La risposta di Franceschini

La risposta di Franceschini (video) ha confermato la decisione italiana di portare la questione al tavolo sapendo che mancava un accordo generale e sottolineando l’ampia convergenza dei gruppi parlamentari nel sostenere l’emendamento che ha inserito l’equiparazione fiscale tra libri cartacei e libri elettronici nella legge di Stabilità, votata alla Camera e ora ferma al Senato.

Spero che verrà confermata anche al Senato, perché pur consapevoli di incorrere in una infrazione l’Italia vuole aprire una battaglia in Europa per arrivare a una soluzione. D’altronde, è davvero difficile spiegare le ragioni per cui un libro elettronico non sarebbe un libro: se si intende agevolare la lettura questa deve valore indipendentemente dal formato.

Il problema: ebook è proprietà o licenza?

Gli ebook però non sono solo questione di Iva. Se visti dal punto di vista del loro scopo, non c’è dubbio che si tratti di libri, con una impagabile utilità sociale. Se però si guarda alla loro natura, si capiscono anche le obiezioni dei paesi che hanno respinto la proposta di Franceschini a Bruxelles rimandando all’Ecofin (che ieri non ha trattato l’argomento: se ne parlerà alla prossima riunione): in base alla direttiva sulla IVA, i libri stampati sono “beni” mentre gli ebook sono “servizi”, quindi hanno diverse aliquote. Ci sono almeno due grossi argomenti che restano all’ombra della campagna #unlibroèunlibro, al di là dei suoi meriti:

  • Le aliquote sugli ebook delle piattaforme. Se ne è giusto parlato a proposito dei LuxLeaks: piattaforme come Amazon, che detengono quote rilevanti del mercato, pagano già aliquote più basse rispetto al 22% sui loro ebook.
  • L’ebook è una licenza d’uso. In realtà, l’utente che scarica un libro in formato elettronico scarica una licenza (temporanea oppure infinita ma collegata a un formato specifico) piuttosto che un libro. Può sembrare questione soltanto filosofica – e anche superata nella pratica dalla semplicissima conversione dei formati da epub agli altri e viceversa – ma finché il mondo degli ebook resterà composto da drm (digital rights management) a bassa trasferibilità non potranno essere paragonati a un vero libro cartaceo.

Lavorare anche su questi piani, insieme ad editori e piattaforme di commercio elettronico, potrebbe convincere i partner europei a votare un fisco coerente tra le due versioni di libro. Puntare solo sulla forzatura di una scelta unilaterale generalmente si scontra con la lentezza e ottusità degli organismi sovranazionali. E in questo caso, le ragioni non sarebbero neppure da una parte soltanto.

Aggiornamento 23 dicembre

Con l’approvazione definitiva della legge di Stabilità la norma sull’Iva al 4% degli ebook è realtà. Dal 1° gennaio 2015 questo bene/servizio godrà di un aliquota beneficiata che ne riconosce il valore esattamente come nella versione cartacea. Queste le dichiarazioni del presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo:

L’Italia riconosce ufficialmente che un libro è un libro, al di là del supporto. In questo modo si aprono scenari nuovi per la lettura in Italia: per questo è una vittoria di tutto il paese. Un successo per chi legge, per chi non lo fa e potrà scegliere la modalità di lettura, una vittoria del buon senso prima di ogni altra cosa.

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