MySpace licenzia e alza bandiera bianca

MySpace sembra aver definitivamente perso ogni speranza di recuperare la propria posizione nel mondo dei social network. Una nuova ondata di licenziamenti rende evidente lo stato di difficoltà del gruppo, ormai definitivamente scalzato da Facebook
MySpace sembra aver definitivamente perso ogni speranza di recuperare la propria posizione nel mondo dei social network. Una nuova ondata di licenziamenti rende evidente lo stato di difficoltà del gruppo, ormai definitivamente scalzato da Facebook

I giri di parole utilizzati recitano un canovaccio già conosciuto, ma non riescono comunque a mascherare la realtà dei fatti: MySpace ha perso. Partito da una posizione di indubbio vantaggio, dopo aver ricevuto gli elogi ed i danari di Rupert Murdoch il sistema non ha però saputo rinnovarsi e l’arrivo di un rivale come Facebook ha spazzato via ogni resistenza ulteriore. Oggi MySpace sembra aver alzato l’estrema bandiera bianca con una nuova decisiva tornata di licenziamenti su tutti gli asset internazionali del gruppo.

Argentina, Brasile, Canada, Francia, Messico, Russia, Svezia, Spagna. E anche Italia. Sono questi i paesi coinvolti dalla ristrutturazione e, benché i dettagli dell’intervento non siano ancora noti, si lascia intendere il fatto che i tagli al personale saranno radicali tanto che la maggior parte degli uffici extra-USA saranno chiusi. Salvi, per il momento, le sedi staccate cinese e giapponese. Il taglio è stato quantificato nel 66% delle unità lavoro disponibili: da 450 dipendenti a 150 in un colpo solo.

Alla luce dei tagli che vanno accumulandosi (30% negli USA, 66% fuori dagli USA), però, sembra alquanto improbabile il messaggio di speranza che il gruppo ha lanciato con la propria lettera a TechCrunch: «I passi di ristrutturazione che abbiamo intrapreso preparano ad un nuovo capitolo di eccitante innovazione per MySpace». La firma è di Owen Van Natta, ma il piano non è ancora esecutivo. Il gruppo palesa infatti le proprie intenzioni, ma spiega di voler prima interloquire con i dipendenti e le varie filiali interessate (quattro delle quali chiuderanno completamente i battenti). Londra, Berlino e Sydney dovrebbero rimanere i punti cardinali del nuovo MySpace, ma il tutto deve partire da un nuovo standard di efficienza che non può prescindere dal piano annunciato.

Rupert Murdoch aveva abbracciato MySpace con enorme entusiasmo, elogiandone più volte nel tempo la redditività pur se in assenza di veri investimenti. Con il passare del tempo, però, la mancanza di slancio innovativo ha spuntato le armi del network al cospetto della grande concorrenza che stava per nascere. A distanza di un quadriennio dall’investimento iniziale il gruppo perde utenti senza soluzione di continuità e la bontà della community sembra ormai irrimediabilmente minata. Secondo le stime EMarketer MySpace chiuderà l’anno generando 25 milioni di dollari raccolti in advertising al di fuori degli States: troppo poco, e soprattutto molto meno dei 70 milioni previsti per Facebook.

Il futuro parte da una ristrutturazione pesante e forzata. Non si getta forse la spugna, ma si alza timidamente bandiera bianca.

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