Studio Microsoft: il digitale a supporto della sostenibilità

Secondo la ricerca, tra il 2020 e il 2030 il digitale contribuirà ad abbattere fino al 10% delle emissioni rispetto ai livelli del 2019.
Secondo la ricerca, tra il 2020 e il 2030 il digitale contribuirà ad abbattere fino al 10% delle emissioni rispetto ai livelli del 2019.

Nella nostra epoca, lo sviluppo di una società competitiva e resiliente ha due determinanti principali: una trasformazione digitale pervasiva e la crescita dei livelli di sostenibilità ambientale e sociale delle attività umane. È questo il principio che ha guidato la realizzazione dello Studio “Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia”, elaborato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia presentato nell’ambito del Forum di The European House – Ambrosetti, in una conferenza stampa cui hanno preso parte anche Silvia Candiani (Amministratore Delegato di Microsoft Italia) e l’advisor scientifico dell’iniziativa Patrizia Lombardi (Prorettore del Politecnico di Torino; Presidente della Rete Italiana delle Università per lo Sviluppo Sostenibile).

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L’Italia e la ripresa post Covid-19

La ricerca si è posta l’obiettivo di indagare il contributo del digitale allo sviluppo sostenibile, identificandone gli ambiti di applicazione e quantificandone gli impatti sulle sue diverse componenti per l’Italia nel contesto della ripresa post Covid-19. È infatti necessario un cambio di marcia sulla decarbonizzazione della nostra società anche alla luce del rinnovato obiettivo di abbattimento delle emissioni di CO2 del 55% al 2030 recentemente adottato dalla Commissione Europea.

Parallelamente, sul fronte sociale, è necessario invertire la tendenza che vede in aumento la disuguaglianza: dal 2008, il valore per l’Italia del Coefficiente di Gini, che misura le disuguaglianze di ricchezza, è aumentato del 12% (4 punti base in assoluto) e il 2020 è l’anno con il più alto incremento mai registrato.

Allo stesso tempo, gli effetti dell’emergenza sanitaria hanno fatto fare un salto quantico alla trasformazione digitale della società, delle aziende e delle pubbliche amministrazioni. Questo, oltre ad accelerare il processo di diffusione delle competenze informatiche, avrà sicuramente un effetto sulla diffusione di nuovi modelli lavorativi abilitati da strumenti digitali di collaborazione e maggiormente sostenibili rispetto ai modelli tradizionali sia sotto l’aspetto ambientale, sia sotto l’aspetto sociale.

Il digitale nel lavoro e per l’ambiente

Da una survey condotta dal gruppo di lavoro su un campione di oltre 200 aziende, le nuove forme di lavoro a distanza (64% del campione) e di collaborazione (59% del campione) sono, infatti, percepite come le principali leve attraverso cui il digitale può contribuire alla sostenibilità sociale. Nello Studio vengono identificate le sinergie tra trasformazione digitale e le diverse componenti di sviluppo sostenibile.

  • Sotto il profilo della sostenibilità economica, lo studio dimostra come le aziende digitalizzate ottengano un importante beneficio sulla produttività del lavoro rispetto alle aziende che non hanno ancora attuato percorsi di trasformazione digitale (+64% per le aziende italiane, rispetto ad un +49% per le aziende europee).
  • Sotto il profilo della sostenibilità ambientale, il gruppo di lavoro di The European House – Ambrosetti ha costruito un innovativo modello proprietario per stimare il contributo del digitale alla decarbonizzazione. Dal modello risulta come il digitale sarà una delle armi più importanti per la transizione verde, con un impatto al 2030 pari a quello incrementale delle energie rinnovabili. Complessivamente, infatti, si stima che tra il 2020 e il 2030 il digitale contribuirà ad abbattere fino al 10% delle emissioni rispetto ai livelli del 2019 (37 milioni di tonnellate di CO2 annue).
  • Sotto il profilo della sostenibilità sociale, lo studio evidenzia chiaramente come l’adozione di nuovi modelli di collaborazione sia la principale leva d’azione attraverso cui le aziende possono contribuire al benessere delle persone, all’inclusione sociale e all’inclusione dei territori. Nella survey condotta su un campione di oltre 200 aziende italiane in cui nuove forme di lavoro a distanza (63,7% del campione) e di collaborazione (59% del campione) sono state indicate come le principali leve attraverso cui il digitale può contribuire alla sostenibilità sociale.

Lo studio, infine, ha voluto valorizzare il punto di vista dei giovani, raccogliendo le proposte di progetti di sostenibilità abilitati dal digitale emersi da una Sustainability Challenge cui hanno partecipato 16 giovani studenti e neolaureati. L’idea vincitrice “Smart Borgo” introduce un modello di lavoro “phygital” che offrirà alle aziende in espansione soluzioni di “smart working” in borghi italiani a rischio spopolamento, che saranno dotati di co-working e infrastrutture tecnologiche. La parte tech consiste in un gestionale intelligente dei borghi (mappatura, disponibilità attuali etc.); la parte “fisica” è un vero e proprio progetto di riqualificazione edilizia e valorizzazione del territorio.

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