Universal, video rimosso per accordi con YouTube

Universal Group risponde alle accuse lanciate da Megaupload citando un accordo siglato con Google per la rimozione di contenuti da YouTube.
Universal Group risponde alle accuse lanciate da Megaupload citando un accordo siglato con Google per la rimozione di contenuti da YouTube.

Lo scontro tra Universal Group e Megaupload assume nuovi connotati: l’etichetta discografica ha infatti risposto pubblicamente alle accuse mosse dal servizio per l’upload di file in Rete in seguito alla rimozione di un video pubblicato da quest’ultimo tramite YouTube per sponsorizzare i propri strumenti e soprattutto per rimuoversi di dosso l’etichetta di servizio fortemente legato alla pirateria. Una rimozione che, stando alle dichiarazioni ufficiali, risulta essere basata su un accordo stretto in passato con Google.

Universal Group non ha dunque fatto ricorso al Digital Millennium Copyright Act, l’emendamento che permette alle aziende operanti nel settore multimediale di difendere il propri diritto d’autore sui contenuti pubblicati. La label, del resto, non poteva in alcun modo appellarsi a tale provvedimento in quanto il video pubblicato da Megaupload non conteneva in alcun modo materiale protetto da copyright e soprattutto ogni artista coinvolto aveva in precedenza firmato un apposito accordo con il gruppo.

Il tutto è dunque passato attraverso un’intesa siglata con Google nel 2009, la quale fornisce ad Universal Group pieno potere su una serie di strumenti utilizzati per bloccare la diffusione di contenuti protetti dal diritto d’autore. La competenza delle major aventi accesso a tali tool sembrerebbe tuttavia andare ben oltre i confini della difesa dei propri interessi, permettendo loro di rimuovere potenzialmente qualsivoglia filmato caricato dagli utenti senza dover richiedere alcuna autorizzazione scritta alle autorità competenti.

Tutto ciò sarebbe dunque sancito dal Video License Agreement, del quale gli avvocati di Universal citano specifici paragrafi in cui sarebbe esplicitamente concesso a quest’ultima il diritto di agire secondo il suddetto modus operandi. Al momento non v’è alcuna traccia online di tale documento, una cui copia è stata richiesta direttamente a Google per comprendere meglio quali siano i poteri nelle mani delle label.

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