Verifica dell'età siti porno: solo OnlyFans si è adeguato, gli altri sono ancora accessibili

AGCOM obbliga da oggi i siti per adulti alla verifica età tramite enti terzi e app, ma al momento soltanto OnlyFans ha applicato alla lettera la legge italiana.
AGCOM obbliga da oggi i siti per adulti alla verifica età tramite enti terzi e app, ma al momento soltanto OnlyFans ha applicato alla lettera la legge italiana.
Verifica dell'età siti porno: solo OnlyFans si è adeguato, gli altri sono ancora accessibili

Oggi, 12 novembre, sarebbe dovuto avvenire un cambiamento epocale per la protezione minori online in Italia: l’accesso ai siti per adulti sarebbe dovuto essere regolato da un sistema “innovativo” che punta a salvaguardare sia i più giovani che la riservatezza degli utenti adulti. La novità, introdotta dall’AGCOM, prevede l’adozione obbligatoria di un meccanismo basato sulla verifica età tramite strumenti tecnologici avanzati, con una particolare attenzione al tema della privacy dati. Di fatto però, da un controllo a campione su alcuni dei siti più noti e trafficati, Xvideos, PornHub, YouPorn e OnlyFans, solo quest’ultimo ha adottato già da oggi la verifica dell’età, ricorrendo a Yoti, un’app che consente di verificare precisamente l’età dell’utente. Gli altri siti si adegueranno in giornata? Difficile da dire, sicuramente da un punto di vista tecnico l’adeguamento non è banale, soprattutto perché i siti in questione hanno avuto poco tempo per mettere in pratica le procedure tecniche necessarie per essere “compliant” con la legge italiana.

Teoricamente utilizzando una VPN, e dunque mascherando il proprio IP italiano, dovrebbe essere possibile bypassare la verifica dell’età, ma dalle prove effettuate con diverse VPN tra le più note sul mercato non siamo riusciti ad accedere liberamente ad OnlyFans, al login viene sempre richiesta la verifica con Yoti anche se l’indirizzo IP è localizzato in un paese che non obbliga a verificare la propria età.

Come funziona la verifica dell’età

Il cuore della riforma risiede nell’introduzione del cosiddetto doppio anonimato, una soluzione che mira a separare nettamente il processo di identificazione dell’età dall’accesso ai contenuti per adulti. In concreto, un ente certificato e indipendente si occuperà esclusivamente della verifica età, senza conoscere quali siti o servizi l’utente intenda visitare. Al termine di questa procedura, verrà rilasciato un token anonimo che consentirà l’accesso ai portali per adulti, senza che alcuna informazione personale venga condivisa con i fornitori dei contenuti.
Questa innovazione rappresenta una svolta importante anche sul fronte della privacy dati: la normativa, infatti, vieta esplicitamente l’uso diretto di documenti d’identità, SPID, CIE o tecnologie biometriche come il riconoscimento facciale automatizzato. Per gli utenti che navigano da dispositivi mobili, sarà necessario scaricare una app verifica età dedicata, incaricata di generare il token indispensabile per l’accesso. In questo modo, il sistema riduce drasticamente i rischi di furti d’identità e di profilazione abusiva, due delle principali preoccupazioni legate alla gestione delle informazioni personali online.

L’iniziativa dell’AGCOM si inserisce in un contesto europeo più ampio, richiamando direttamente il portafoglio digitale europeo e le direttive del Digital Services Act, con particolare riferimento all’articolo 28 della legge europea sulla sicurezza e il benessere dei minori online. L’Italia si pone così come paese pilota di una sperimentazione destinata a estendersi su scala continentale entro il 2026, con l’obiettivo di armonizzare le normative nazionali e garantire una protezione minori efficace e uniforme in tutta l’Unione Europea.

Tuttavia, non mancano le criticità e le resistenze. Esperienze internazionali mostrano che l’introduzione di sistemi simili può generare contraccolpi imprevisti: in Francia, ad esempio, alcuni colossi del settore come Pornhub hanno reagito oscurando completamente i propri siti, mentre negli Stati Uniti numerose piattaforme hanno impugnato le nuove leggi, invocando la tutela della libertà d’espressione sancita dal Primo Emendamento. In Italia, il dibattito si concentra soprattutto sull’efficacia reale del sistema e sulla sua sicurezza, elementi che dipenderanno in larga misura dall’affidabilità degli operatori terzi incaricati della verifica età.

La scelta di rendere obbligatorio il download di una app verifica età solleva ulteriori interrogativi: se da un lato costituisce una barriera tecnologica efficace per limitare l’accesso dei minori, dall’altro rischia di scoraggiare l’utenza adulta legittima e di aprire nuovi fronti di discussione sulla gestione e la sicurezza dei dati raccolti dalle app stesse. Le imprese del settore si trovano così di fronte a sfide tecniche, legali e organizzative di notevole portata: dalla revisione delle infrastrutture informatiche alla selezione di partner certificati, fino all’aggiornamento delle policy interne in materia di privacy dati.

La misura italiana si configura come un tentativo di trovare un equilibrio in un ambito particolarmente delicato: da un lato la necessità di garantire una protezione minori efficace, dall’altro l’esigenza di tutelare la riservatezza e la libertà degli adulti. L’attesa ora è tutta rivolta all’implementazione concreta del sistema e alle future evoluzioni normative a livello europeo, con la speranza che l’approccio adottato possa davvero rappresentare un modello virtuoso per la regolamentazione dei contenuti online.

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