ReCore - Video Recensione

ReCore è un action-adventure immediato e divertente, ma purtroppo si interrompe proprio sul più bello: è il primo titolo del programma Xbox Play Anywhere.
ReCore è un action-adventure immediato e divertente, ma purtroppo si interrompe proprio sul più bello: è il primo titolo del programma Xbox Play Anywhere.

Presentato ufficialmente all’E3 2015 come esclusiva Microsoft, ReCore attirò su di sé molte aspettative per via della presenza nel team di sviluppo Comcept di un certo Keiji Inafune, padre del famoso robottino blu Mega Man nonché produttore di Lost Planet e Dead Rising. Il lancio del titolo è significativo per il colosso di Redmond, anche perché si tratta del primo gioco ad usufruire del programma Xbox Play Anywhere, ovvero la possibilità di giocare ad un titolo Microsoft (solo se acquistato in versione digitale) sia su Xbox One che su PC con Windows 10, utilizzando un unico codice.

ReCore è ambientato in un futuro apocalittico in cui la Terra è diventata inabitabile a causa di un’epidemia chiamata Demone di Sabbia. Per questo motivo, gli umani decidono di colonizzare un altro pianeta: Far Eden. Il trasferimento dei terrestri non può però essere immediato, poiché il pianeta va prima reso abitabile tramite un lungo processo di terraformazione. Tale procedura ha una durata di 200 anni, per cui gli umani decidono di delegarla alle macchine. Quindi, mentre i coloni avrebbero dormito comodamente all’interno di lettini criogenici, robot costruiti ad hoc avrebbero lavorato alacremente al loro posto per trasformare Far Eden nella tanto anelata “terra promessa”. Nei due secoli di attesa, tuttavia, qualcosa va storto e le macchine (come da tradizione letteraria) si ribellano. Ad accorgersene sarà la protagonista del gioco, Joule Adams, che svegliatasi dall’ibernazione su Far Eden si renderà conto di come le cose non siano andate esattamente secondo i piani. Il futuro dell’umanità, o di ciò che ne resta, è ora nelle sue mani.

Al primo fedele Mack (versione meccanica di un cane) si affiancano poi altri due robot: Seth, dalle sembianze di un ragno e Duncan, che ricorda un gorilla. Ognuno di loro è dotato di abilità uniche, utilissime nei combattimenti quanto fondamentali per superare puzzle ambientali e fasi platform, ma solo uno di loro può stare al fianco del giocatore sul campo di battaglia. Ovviamente ci sono anche nuclebot nemici, da abbattere a colpi di fucile. ReCore ha infatti una componente sparatutto in terza persona incentrata sul fucile, unica arma di cui è dotata Joule e che permette di sparare proiettili di tre colori differenti: rosso, giallo e blu, gli stessi dei nuclei che danno vita ai robot.

ReCore ha davvero molta carne al fuoco e la dinamiche di gioco legate ai nuclei è davvero una bella ventata di aria fresca. A ciò si aggiunge un platforming dinamico ed estremamente preciso. Il titolo svela tutte le sue carte poco alla volta e lo fa con un processo evolutivo equilibrato e bilanciato, ma proprio nel momento in cui raggiunge il suo culmine ludico si giunge ai titoli di coda. ReCore non è il titolo in grado di spostare gli equilibri nell’eterna lotta fra Xbox e PlayStation, ma ci ha fatto divertire con una narrazione fresca e un gameplay veloce e immediato. Con qualche corposo DLC che esprima tutto il suo potenziale sopito siamo sicuri che ReCore possa diventare un prodotto ancora più valido e completo.

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