L'UE chiede trasparenza sull'ACTA

Con una votazione a larghissima maggioranza il Parlamento Europeo ha chiesto ufficialmente notizie sull'ACTA, pretendendo trasparenza circa una trattativa su cui il Parlamento intende vigilare più da vicino. L'UE teme deviazioni pericolose
Con una votazione a larghissima maggioranza il Parlamento Europeo ha chiesto ufficialmente notizie sull'ACTA, pretendendo trasparenza circa una trattativa su cui il Parlamento intende vigilare più da vicino. L'UE teme deviazioni pericolose

Il Parlamento Europeo si è espresso con forza sull’Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA): i cittadini dell’UE, tramite il Parlamento, debbono essere informati circa le trattative in corso. Il voto non lascia spazio a speculazioni: il Parlamento Europeo si è espresso con 633 voti favorevoli, 13 contrari e 16 astensioni.

In ballo vi sono le prerogative del Parlamento stesso, la cui posizione richiede continuo monitoraggio sulle attività in essere. In ballo v’è il rapporto trasparente tra politica e cittadinanza, perché i cittadini hanno il diritto di sapere cosa si sta decidendo nel contesto delle trattative dell’ACTA (di cui ad ora si è saputo poco e senza conferme in virtù di un patto multilaterale per trattative da condursi senza comunicazioni all’estero). In ballo v’è un equilibrato rispetto della legislazione europea, qualcosa di cui il Parlamento deve farsi interprete.

I documenti dell’ACTA descrivono un tentativo internazionale di accordo per una legislazione unica ed organica in difesa di tutto quel che è proprietà intellettuale. Si va dai prodotti copiati alle grandi marche fino alla pirateria informatica, passando ovviamente anche per tutto quel che è pirateria musicale. Ma soprattutto su quest’ultimo aspetto l’UE sembra temere manovre scomposte, contrarie a quanto stabilito fino ad oggi dal Parlamento.

Il motto è chiaro: tutto quel che è “tre strike” (il principio alla base dell’Hadopi francese) non può essere tollerato. Al tempo stesso non vanno attribuiti responsabilità ed oneri agli Internet Service Provider, meri strumenti al servizio dell’accesso al Web e non mezzi ad uso e consumo di titolari dei diritti. L’accesso alla rete è qualcosa che fa parte dei diritti degli utenti e nessuna violazione può permettere ad un tribunale di tagliare un accesso riconosciuto come un diritto. Il Parlamento con il proprio voto non si esprime né a favore dell’ACTA né contro: semplicemente la massima autorità europea chiede trasparenza nelle procedure ed una immediata informativa per valutare lo stato dei fatti.

La situazione attorno all’ACTA appare a questo punto confusa, poiché è in dubbio non soltanto la regolarità delle trattative, ma anche la loro stessa autorevolezza. Il Parlamento nega infatti di aver mai approvato alcunché e richiama anzi sotto il proprio controllo ogni decisione in merito. E tutto ciò senza argomentare alcunché a proposito dei temi affrontati dalla bozza di accordo in preparazione: l’UE non ha messo in discussione gli obiettivi dell’ACTA, ma la sua stessa natura. E vuol saperne di più.

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