Linux continua a scalare i governi

Il sistema operativo libero per eccellenza continua a fare proseliti tra i governi di mezzo mondo. Russia e Brasile abbracciano con convinzione l'open source mentre in Inghilterra parte un'indagine conoscitiva sui pro e i contro
Il sistema operativo libero per eccellenza continua a fare proseliti tra i governi di mezzo mondo. Russia e Brasile abbracciano con convinzione l'open source mentre in Inghilterra parte un'indagine conoscitiva sui pro e i contro

Linux continua a fare proseliti e a coinvolgere sempre più i governi di mezzo mondo nello sviluppo e nell’adozione di alternative libere e gratuite ai sistemi di casa Microsoft. Sotto l’egida di IBM, sempre più coinvolta nella divulgazione dei vantaggi di Linux, dallo scorso 9 ottobre sono stati messi a segno tre grandi conquiste che coinvolgono altrettanti governi.



Il governo russo, per mezzo del suo ministero delle comunicazioni e dell’Informatica, ha varato lo scorso fine settimana un progetto che consentirà ad IBM di finanziare un centro per la divulgazione di soluzioni Linux da impiantare a Mosca. Il centro avrà il fine di divulgare e sperimentare soluzioni basate su Linux creando competenze e un «ecosistema» di innovazione. Il centro, che si appoggerà alla locale Università tecnico-scientifica, sarà anche un canale privilegiato verso le aziende russe sviluppatrici di soluzioni Linux/IBM: le aziende potranno utilizzare i programmi e i software interni al centro per pubblicizzare i propri prodotti.



Ben più corposo l’accordo di IBM con il Brasile di Inacio Lula. IBM e il governo brasiliano si impegneranno a sostenere lo sviluppo delle applicazioni open source basate su Linux nella regione sudamericana, compresa la creazione di infrastrutture e di competenze tecnologiche. A sancire l’accordo c’è una lettera d’intenti firmata dai rappresentanti delle due organizzazioni. La penetrazione di sistemi operativi a basso costo ha sempre rappresentato un’ottima occasione per i paesi più poveri di riequilibrare lo scompenso tecnologico con i paesi occidentali. Linux, la cui copia e diffusione è libera, è stato sempre additato come uno dei migliori strumenti per il riassorbimento del digital divide.



Di tutt’altro segno il terzo ‘colpo’ messo a segno dagli uomini di Big Blue negli ultimi giorni. Il governo inglese inizierà a breve delle batterie di test per verificare il risparmio delle pubbliche amministrazioni basate su Linux. Partner del governo inglese nello svolgimento dei test sarà proprio IBM. Il governo inglese ha anche intenzione di verificare quanto l’introduzione di un’alternativa reale alla predominanza Microsoft possa favorire la concorrenza e dunque l’abbassamento dei costi nel comparto dei software.



Non si arresta dunque l’avanzata delle soluzioni open source, sempre più viste di buon occhio dagli apparati governativi. Recentemente anche in Italia, in seguito ad un’indagine conoscitiva sui formati aperti per la pubblica amministrazione, è stata emessa dal ministro per l’Innovazione e le tecnologie Lucio Stanca una direttiva in cui si caldeggia l’adozione di standard aperti anche negli uffici pubblici italiani.



Al crescente successo dei sistemi operativi aperti, oramai non solo più d’immagine, Microsoft risponde concentrando sempre più gli sforzi nel programma shared source, varato nel maggio 2001 e tuttora uno dei cavalli di battaglia di Redmond. Seguendo i piani del progetto, l’azienda americana ha reso pubblico il codice di alcuni propri sistemi operativi a governi sparsi in tutto il mondo, tra cui Cina, Russia e di recente anche l’Italia, che ha firmato con Microsoft un protocollo d’intesa per la visualizzazione dei codici sorgente di Windows.



Sicurezza, stabilità, affidabilità e costi contenuti: questi i pregi che la comunità open source, con IBM suo sponsor principale, attribuisce ai sistemi operativi basati sul kernel linux. Questi i vantaggi che i governi di tutto il mondo cercano di raggiungere adottando sistemi liberi. In Italia un primo risultato è stato raggiunto: il ministro dell’Innovazione si è impegnato a introdurre nella pubblica amministrazione sistemi basati su standard liberi prendendo come stimolo lo sviluppo del software libero. Meno di una settimana dopo dopo ha anche firmato l’adesione al programma shared source di Microsoft.



A partire dalla competizione all’interno delle pubbliche amministrazioni, sarebbe auspicabile per tutti di poter veder nascere finalmente una maggiore competizione fra le varie piattaforme, finora ridotte, per un conglomerato di concause, ad un unico nome. A quel punto i primi a guadagnarci saranno gli utenti.

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