Induce Act: tolleranza zero contro la pirateria

Il senatore Orrin Hatch torna a proporre la linea dura contro la pirateria: dopo aver reso famoso il proprio nome con la proposta di distruggere il pc dei "pirati" da remoto, ora Hatch chiede il carcere per chi diffonde strumenti P2P e di masterizzazione.
Il senatore Orrin Hatch torna a proporre la linea dura contro la pirateria: dopo aver reso famoso il proprio nome con la proposta di distruggere il pc dei "pirati" da remoto, ora Hatch chiede il carcere per chi diffonde strumenti P2P e di masterizzazione.

Si chiama “Induce Act” e, sostanzialmente, non propone nulla di nuovo rispetto a quanto già proposto in passato: fermare tutti i mezzi che possono «indurre alla violazione» del copyright.

La “Induce Act” agli effetti intende colpire chiunque favorisca la pirateria diffondendone i mezzi d’utilizzo. Sulla graticola, dunque, i vari Kazaa, Morpheus ed ogni sistema di file-sharing, nonchè i software dalla situazione in qualche modo similare al caso 321 Studios. Nel mirino, inoltre, siti quali Tucows i quali rendono disponibile il download di svariati programmi potenzialmente incriminati.

Dietro tutto ciò v’è una firma ben nota nell’ambiente: senatore Orrin Hatch, dello Utah, il quale si è già più volte contraddistinto in passato per una particolare linea estrema e punitiva nei confronti di tutto quanto concernente il P2P. Hatch, appartenente alla comunità dei Mormoni, aveva in passato proposto la distruzione da remoto dei PC aventi materiale illegale; recentemente ha intrapreso una feroce lotta contro la pornografia in rete; oggi si ripresenta proponendo non solo sanzioni pecuniarie, ma l’arresto per chi elude le leggi sul diritto d’autore.

Philip Corwin, rappresentante Sharman Networks, sottolinea come una legge simile colpisca il mezzo e non l’uso che ne vien fatto; «Se fai un prodotto che ha un doppio uso, uno legale e l’altro illegale, […] sei punibile». I rumor che circondano il dibattito in corso non vedono sufficienti margini affinchè la proposta di legge sortisca qualsivoglia effetto concreto, ma il fatto che il dibattito sia nuovamente sorto evidenzia come la questione non sia ancora assolutamente sopita. Anzi.

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