Internet sotto l'effetto tsunami

Tra raccolte fondi e scherzi di pessimo gusto, Internet affronta la prova tzunami evidenziando le peculiarità del mezzo in occasione dei grandi eventi. Google e Yahoo! si distinguono per le iniziative lanciate per la raccolta fondi.
Tra raccolte fondi e scherzi di pessimo gusto, Internet affronta la prova tzunami evidenziando le peculiarità del mezzo in occasione dei grandi eventi. Google e Yahoo! si distinguono per le iniziative lanciate per la raccolta fondi.

L’effetto dell’onda anomala tristemente nota negli ultimi giorni si sta riverberando in Rete con effetti di diversa caratura, con una corsa solidale all’aiuto umanitario da una parte e il più basso degli sciacallaggi dall’altra. Alcuni aspetti di queste varie vicende hanno immediatamente assunto una certa importanza.

Innanzitutto va segnalato il link che Google ha posto sulla propria homepage: una apposita pagina è stata predisposta per guidare l’utenza verso affidabili riferimenti presso i quali indirizzare la propria beneficienza in aiuto alle popolazioni colpite dallo tsunami. Nella fattispecie la pagina italiana reindirizza (oltre ad alcuni riferimenti per la raccolta di informazioni) verso Caritas, CESVI, Croce Rossa Italiana, Emergency, Medici Senza Frontiere, Save the Children, UNICEF. Nel frattempo Google rilancia la Google Foundation (gruppo che avrà in gestione l’1% dei ricavi del gruppo): Page e Brin stanno cercando il responsabile che dovrà gestire la fondazione e forse non a caso proprio in queste ore è tornato in auge un progetto lanciato già nell’Aprile 2004.

Grande successo risulta aver avuto anche l’iniziativa benefica di Yahoo!, i cui utenti avevano già raccolto svariate centinaia di migliaia di dollari nelle ore immediatamente successive alle prime notizie provenienti dall’area colpita: dopo 18 ore l’ammontare registrava già 1.2 milioni di dollari pronti all’uso. Da segnalare inoltre iniziative altrettanto meritevoli da parte di eBay, Salesforce ed altri siti.

Ci sono poi aspetti ben diversi che meritano però la giusta eco (evitando semplici – ed ovvi – giudizi). Il primo misfatto è relativo al dominio tsunamirelief.com: registrato immediatamente dopo lo tsunami dal giornalista freelance Michelle Tirado, il dominio è stato messo in vendita a 99$. Ad entrarne in possesso è stato il giovane Josh Kaplan, ventenne presentatosi come rappresentante di una associazione operante nel mondo della raccolta benefica. Quando Tirado ha però saputo che il dominio era in vendita su eBay per 50.000 dollari, la storia del found-raising è divenuta presto una storia di mera speculazione ed il ragazzo è stato immediatamente additato nonostante tutte le promesse per cui il ricavato dal dominio sarebbe stato devoluto ad associazioni benefiche.

Altra storia dai discutibili contorni è quella relativa al trentasettenne Christopher Pierson il quale ha già ammesso la propria responsabilità per le 35 finte mail mandate per annunciare la morte di alcune delle persone scomparse nelle aree colpite dal maremoto. Pierson avrebbe raccolto gli indirizzi sul sito di Sky News ed avrebbe mandato il terribile hoax sfruttando un falso indirizzo legato al governo inglese (ukgovoffice@aol.com). Le autorità hanno già fatto sapere che tratteranno il responsabile con la dovuta fermezza.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti