European Institute of Technology, il MIT europeo

L'Unione Europea vuole il proprio MIT: si chiamerà EIT (European Institute of Technology), ma ancora non ha un luogo né un progetto. In Marzo la Commissione ne discuterà proponendolo come un centro di eccellenza per rilanciare la ricerca tecnologica
L'Unione Europea vuole il proprio MIT: si chiamerà EIT (European Institute of Technology), ma ancora non ha un luogo né un progetto. In Marzo la Commissione ne discuterà proponendolo come un centro di eccellenza per rilanciare la ricerca tecnologica

L’innovazione va stimolata? L’Unione Europea individua la soluzione nella necessità di far nascere un apposito centro di ricerca tutto nostrano da poter individuare come centro di eccellenza nel settore tecnologico. “European Institute of Technology” (EIT), così è stato battezzato il centro in esplicito riferimento al noto MIT statunitense.

«Abbiamo un problema davvero urgente per il nostro deficit, soprattutto nei confronti degli Usa, nella scienza, nella ricerca e nell’innovazione»: questa l’opinione del Presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso a Reuters (l’intero intervento è stato pubblicato sul sito ufficiale della Commissione). Secondo Barroso il gap nella ricerca si fa pesante inoltre non soltanto rispetto agli Stati Uniti, ma anche nei confronti dell’area orientale dove le minacce si chiamano Giappone, Cina ed India.

Il centro non dovrebbe essere semplicemente un complesso per gli studi universitari, ma piuttosto «un gruppo di atenei, ricercatori, aziende coordinati da una piccola centrale operativa. […] La Commissione vuole un Eit per promuovere la specializzazione nelle aree con grossi potenziali, come le nanotecnologie, l’energie rinnovabili, i cambiamenti di clima e la eco-innovazione». Il comunicato ufficiale è esplicito circa le intenzioni di fondo del progetto: «this is the new start that Europe needs», di qui l’Europa intende ripartire.

Curioso il fatto che sulla candidatura ad ospitare il campus si sia già scatenata una prima ressa: Austria, Francia e Polonia sono i primi paesi volontariamente candidatisi ad offrire il luogo per edificare il nuovo centro, ma Barroso ha immediatamente fatto capire che non intende perdere tempo su queste questioni: «se iniziamo a discutere su dove collocare l’EIT, non ne avremo mai uno». Prima che il centro possa essere realizzato e attivo passerà ancora molto tempo, ma la prima pietra potrebbe essere posata in Marzo quando per la prima volta la Commissione abbozzerà la proposta per tastare il polso di tutti gli stati membri.

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