La GdF blocca traffico online illegale

La GdF blocca traffico online illegale
La GdF blocca traffico online illegale

La FIMI ha messo a disposizione sul proprio sito web un comunicato stampa relativo alle indagini che hanno portato alla scoperta di un traffico online di dvd illegali.

«Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno assestato un durissimo colpo nel comparto specifico, indagando nei meandri della rete internet e scoprendo un mercato illecito, sotterraneo e sommerso, in grado di creare danni gravissimi agli operatori corretti, rispettosi delle normative vigenti. Le Fiamme Gialle friulane,coordinate dalla Procura della Repubblica di Udine, nella persona del dott. Lorenzo Del Giudice, e con l’ausilio di FPM, Federazione contro la Pirateria Musicale, hanno investigato ed approfondito i rapporti intrattenuti con una nota Società operante in internet a livello mondiale in aste telematiche (il cui Ufficio Antifrode ha fornito una fattiva e determinante collaborazione agli inquirenti), dove vengono fatte incontrare in rete le esigenze di domanda ed offerta di prodotti di qualsiasi natura, tipologia e provenienza, normalmente di più complessa e difficile perfezionabilità con ordinari meccanismi di vendita». Non è difficile immaginare che la società operante nelle aste telematiche possa essere eBay.

Continua il comunicato: «dopo una non facile attività di analisi e investigativa, le Fiamme Gialle udinesi sono riuscite ad individuare l’identità dei citati 20 soggetti operanti nella rete in siffatte modalità criminose, le cui abitazioni sono state perquisite su disposizione dell’Autorità Giudiziaria inquirente. Nel corso dell’operazione è stato sequestrato un ingente quantitativo di materiale hardware e software (decine di elaboratori elettronici, masterizzatori e decine di migliaia di supporti magnetici, programmi e files) dalla cui analisi sono state accertate plurime duplicazioni illecite di programmi video, audio, applicativi e ludici coperti dal diritto d’autore, realizzate sia dai supporti originali che con procedure di download abusive dalla rete in “file sharing” mediante collegamenti “peer to peer”».

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