Stock option, Steve Jobs ne esce pulito

Steve Jobs esce pulito dalle indagini interne di Apple e dalle analisi della U.S. Securities and Exchange Commission. Jobs da lettura della sentenza agli investitori e cerca così di ricucire il rapporto di fiducia. Il titolo AAPL vola a Wall Street
Steve Jobs esce pulito dalle indagini interne di Apple e dalle analisi della U.S. Securities and Exchange Commission. Jobs da lettura della sentenza agli investitori e cerca così di ricucire il rapporto di fiducia. Il titolo AAPL vola a Wall Street

Il caso delle stock option aveva messo in allarme la comunità degli investitori di Apple: il leader indiscusso del gruppo era rimasto pesantemente coinvolto dai problemi emersi e nuove recenti accuse sembravano addirittura aver peggiorato la situazione. A distanza di poche settimane, però, tutto si ribalta e la questione sembra essere giunta ad un lieto fine: Jobs è scagionato dalle accuse, che ricadono invece sulle ‘mele marcie’ già scartate dal management di Cupertino.

Il tutto è venuto a galla a seguito di una auto-denuncia alla U.S. Securities and Exchange Commission, atto con cui Apple ha immediatamente voluto evidenziare la propria buona volontà e le proprie buone intenzioni. Il gruppo ha avviato indagini interne per carpire le dinamiche dell’accaduto e quindi ha riconsegnato alla SEC la versione accettata: sono stati commessi degli errori, le stock option mal computate sono state verificate, i responsabili dell’errore sono stati allontanati. Steve Jobs sapeva, ma non era in grado di valutare esattamente la portata dell’operazione e le ricadute che avrebbe avuto a livello contabile.

La SEC accetta la versione prodotta. Davanti all’assemblea degli azionisti Jobs ha letto per due volte le ragioni dell’organismo di controllo, da cui giungono apprezzamenti per la «veloce, ampia e straordinaria collaborazione» dimostrate in questi mesi. L’occasione era importante perchè occorreva ricucire il rapporto di fiducia (formalmente già cristallizzato con un recente rinnovo delle cariche) tra il management e gli “shareholder”: alcune mozioni sono state respinte (soprattutto in relazione ad un richiesto risarcimento per l’azienda) e, dopo aver ribadito più volte la propria versione e l’analisi della SEC, Jobs ha ancora spiegato: «a meno che non crediate ci sia una cospirazione che coinvolge la SEC, io non so cos’altro dire».

Le azioni Apple, nel contempo, raggiungono l’ennesimo picco storico: con l’approssimarsi dell’iPhone e con l’emergere di alcune stime oltremodo ottimistiche relativamente al potenziale del telefono touchscreen di Cupertino, il titolo è salito di circa il 20% nell’ultimo mese di contrattazioni con una scalata senza rallentamenti che ha portato la quotazione a 107 dollari (+50% negli ultimi 12 mesi).

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