Organizzarsi 1.0

Tra le necessità più impellenti per gli utenti di Internet troviamo, con altre cose come net-neutrality, riconoscimento alla cittadinanza digitale, ecc., l’urgenza di trovare una soluzione all’information overloading.

Saranno note a tutti le polemiche generate negli ultimi vent’anni sul “caos” informativo presente in rete, sulla distinzione tra folksonomy e taxonomy, sulle teorie di Clay Shirky, sul monopolio delle ricerche in mano a un solo grande motore (e ad un solo algoritmo), e sarà, quindi, anche noto come le soluzioni a questi problemi siano ancora ben lontane.

Molti teorici della Rete sostengono la folksonomy, “il miglior disordine possibile”, l’abbattimento delle categorie e la serenità di trovare ciò che ci serve proprio perché l’abbiamo categorizzato con le nostre parole chiave e i nostri schemi mentali.

Tra questi vi è anche David Weinberger con il suo nuovo libro dal titolo Everything Is Miscellaneous: The Power of the New Digital Disorder. Le idee aristoteliche di ordine unico e perfetto non solo hanno portato alla dominanza dei regimi perchè avallanti il principio che la conoscenza è di pochi, ma nell’era digitale diventano ancor più prive di senso. Il mondo è un bel caos da accettare in questi termini. Secondo Weinberger esistono altri principi organizzativi che trasformano radicalmente il modo di pensare, usare e indicizzare i contenuti:

  • creare filtri in uscita (e non in entrata) sul flusso dell’informazione: oggi sono gli utenti, infatti, a decidere ciò che interessa più loro e a fare il giusto mashup; non è più, quindi, una funzione che spetta a editor o gatekeeper e si determina la massima trasparenza, lasciando l’informazione nelle mani della responsabilità collettiva;
  • mettere le foglie su quanti più rami possibile e considerare ogni voce un metadato (il ricorso a liste plurime e interconnesse, le nuvole di tag e gli agganci sociali per ogni esigenza).

Nel frattempo chi crede nel web 2.0 e dedica tempo e risorse per creare nuove piattaforme non sta a guardare, ed ecco che spuntano tra gli indirizzi dei nostri browser alcuni nuovi strumenti per aiutare l’organizzazione degli utenti.

Dopo Zimbra e Basecamp, Giovy è lieto di annunciarci la nascita di Foldera, una piattaforma che permette di organizzare il proprio lavoro in “activity folders”, delle cartelle-contenitore in cui si trovano progetti, contatti, appunti, calendari e tutto il necessario utile a un team di lavoro per portare avanti una data attività.

Naturalmente, non mancano i social network per organizzare e trovare una collocazione alle idee e alla creatività. Una piattaforma tutta italiana è Succodimelone, che permette di condividere ma anche di cercare idee creative di qualsiasi genere (e noi italiani nell’arte del sapersi arrangiare ne abbiamo da insegnare…); una start up statunitense, invece, è SecondBrain, un servizio che permette di creare librerie personali delle proprie creazioni per poi pubblicarle e condividerle.

Pensare di vivere nell’ordine unico e perfetto e tanto utopico quanto pensare di raggiungere la felicità nel caos più totale. Una soluzione migliore oggi non c’è e credo che ciascuno possa trovare il proprio ordine e i propri schemi mentali per poi condividerli e, insieme ad altri utenti, migliorarli.

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