Siamo fatti così

Secondo il nuovo rapporto del Censis gli italiani spendono sempre più tempo online. La Rete è diventata uno strumento abituale di informazione a scapito degli old media. E intanto i cellulari insidiano il primato della TV...
Secondo il nuovo rapporto del Censis gli italiani spendono sempre più tempo online. La Rete è diventata uno strumento abituale di informazione a scapito degli old media. E intanto i cellulari insidiano il primato della TV...

Come ogni anno, il Censis ha diffuso il proprio rapporto sullo stato sociale dell’Italia, in cui si descrivono minuziosamente cambiamenti e tendenze nelle abitudini e nelle condizioni di vita del Bel Paese. L’analisi svolta dal Censis fotografa con efficacia lo "stato dell’arte" dell’Italia, creando un minuzioso profilo denso di curiosità e contraddizioni sugli Italiani. La sezione dedicata allo sviluppo e alla fruizione degli old e dei new media rende evidente il nostro rapporto con la tecnologia e le nuove sfide proposte dall’era digitale.

La televisione mantiene il primo posto nella classifica dei media maggiormente utilizzati dagli italiani. Il 92,1% della popolazione dichiara, infatti, di fare un uso costante e assiduo del mezzo televisivo. Segue poi la radio, utilizzata con frequenza da più della metà degli italiani, che la ritengono un ottimo mezzo di intrattenimento e un valido strumento per ottenere notizie in maniera semplice e immediata, specie per le fasce di pubblico più avanti con l’età. Seguono i quotidiani, consultati dal 60% della popolazione, e Internet, che dimostra un notevole avanzamento tra gli utenti abituali (coloro che si collegano al Web almeno tre volte la settimana) passati dal 28,5% del 2006 al 38,3% di quest’anno, così come degli internauti occasionali che hanno quasi raggiunto la metà della popolazione, attestandosi al 45,3%. Alto l’indice di penetrazione tra i giovani, che ha ormai raggiunto il 68,3%, e tra le persone con un maggiore livello di istruzione, 54,5%.

Grazie alla sua natura apolide e malleabile, Internet influenza molti settori della comunicazione tradizionale. Il Censis rivela che ormai il 7,6% della popolazione attiva ascolta la radio via Web, un numero in costante crescita, anche se ancora lontano da quel 55% circa che accede alle trasmissioni radiofoniche dagli apparecchi tradizionali e dalle autoradio. La Rete si dimostra molto pervasiva anche tra i quotidiani, i decani degli old media. Secondo le rilevazioni dell’istituto di ricerca, il 21,1% della popolazione accede regolarmente alle versioni online dei quotidiani, a fronte di un 67% che legge ancora le tradizionali edizioni cartacee.

Nello specifico, il Censis chiarisce che: «circa il 30% legge solo quotidiani a pagamento, a cui si aggiunge un altro 30% che legge sia quelli a pagamento che quelli free , un altro 11% circa quelli a pagamento e online, quasi il 13% tutti e tre. Calcolando che a leggere solo la stampa free sono meno del 10% dei lettori, si può constatare che ad accostarsi ad un solo modello di informazione a stampa sono sempre il 45% circa di italiani che da decenni costituiscono la tradizionale platea dei lettori dei giornali».

Internet cresce anche nelle statistiche legate alla fruizione del mezzo televisivo. La Rete fa maggiormente breccia tra i giovani telespettatori: l’8,6% di loro accede alla TV attraverso il computer, a fronte del 9,4% della televisione via cavo e al 41% di quella satellitare. Sempre tra i giovani, il Web e il digitale hanno conquistato nuovi utenti abituali a scapito della televisione tradizionale. passata dal 99,1% del 2006 al 93,5 del 2007. Le cifre diminuiscono, ma in maniera poco sensibile, tra gli adulti con un alto grado di istruzione: la TV via Internet si assesta al 7,1%.

La palma d’oro nella crescita dei livelli di penetrazione complessiva spetta invece ai cellulari. La telefonia mobile sembra non conoscere crisi nel nostro Paese, ed è ampiamente apprezzata da tutte le fasce commercialmente attive, naturalmente con diverse modalità di gestione e fruizione. Il livello di penetrazione complessiva dei telefonini ha ormai raggiunto l’86,4% e potrebbe presto scalzare la televisione, superando il suo 92,1% registrato dall’indagine socioeconomica del Censis.

Secondo l’istituto di ricerca, il telefonino «è considerato uno strumento d’uso praticamente quotidiano dal 76,9% degli uomini, dal 92,6% dei giovani e dall’81,4% degli utenti con il maggior livello di istruzione. Il 55,9% dei suoi utenti lo impiega solo per le sue funzioni "basic"». Non è dunque un caso se i modelli più evoluti di comunicazione mobile faticano ancora ad affermarsi completamente. La percentuale di italiani che utilizzano videofonini e videochiamate è ancora estremamente bassa, e si attesta intorno al 9% della popolazione. Grazie alla categoria dei professionisti e dei giovani laureati, è invece in sensibile aumento il mercato degli Smartphone. I telefonini intelligenti, che sintetizzano in un unico dispositivo cellulare e palmare, hanno raggiunto un indice di penetrazione pari al 34,9%.

Il 41esimo rapporto del Censis fotografa un paese sempre più vicino alle tecnologie digitali e ai new media. L’aumento sensibile di internauti dimostra come il Web stia diventando progressivamente una fonte di informazioni, svago e connettività sempre più apprezzata dagli italiani. L’85,8% degli utenti dispone ormai di una connessione a banda larga, che consente di fruire di numerosi servizi avanzati offerti dalla rete come la videocomunicazione, l’ottimale gestione dei propri contati sui social network e naturalmente la televisione in streaming e on demand.

Lo sviluppo di tecnologie sempre più "user friendly" e orientate sulle esigenze pratiche degli utenti ha sicuramente favorito la progressiva espansione dell’intero settore dei media e della connettività. L’analisi svolta dal Censis conferma questa interpretazione: «Oggi abbiamo già a disposizione 8 diversi media e ben 20 modalità alternative di accedervi. Vecchi e nuovi media convivono perfettamente nelle scelte delle persone, amplificando ulteriormente gli accessi individuali al mondo dei media». L’accelerazione significativa registrata in questo ultimo anno dimostra come la rivoluzione digitale sia in pieno atto nel nostro paese, ma nonostante le cifre ottimistiche, non cancella ancora i gravi problemi legati al digital divide che affliggono il nostro Paese.

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