Il mercato editoriale e il web: crescita e declino

La Scarborough Research, un’importante società che si occupa di ricerche di mercato negli USA, ha pubblicato recentemente i risultati di un’indagine condotta sull’andamento dell’editoria tradizionale attraverso il canale Internet.

I risultati sono stati incoraggianti, gli utenti delle testate giornalistiche sul web sono cresciuti nel corso del 2007 del 14%. Coloro che leggono i quotidiani online rappresentano una percentuale che va dal 2% al 15% dell’insieme dei lettori totali.

Inoltre, l’integrazione del modello di vendita fisico tradizionale e la proposta di contenuti sul web contribuirebbe a far leggere il giornale a tutto un insieme di persone che non acquistano il quotidiano generando degli introiti pubblicitari supplementari.

Benché i risultati di questa ricerca possano sembrare positivi pare però che la realtà delle cose sia un tantino diversa e il fatto che al New York Times ci siano stati recentemente tagli nella redazione per l’8% del personale probabilmente ne è la riprova.

Nel merito, infatti, ci sono due aspetti rilevanti che possono essere sintetizzati con alcune cifre.

Nel 2007 gli utenti negli Stati Uniti hanno caricato il 50% di pagine web in più rispetto a quanto non abbiano fatto nell’anno precedente ed hanno speso online il 23% di tempo in più. I dati corrispondenti considerando solo l’editoria tradizionale sul web si attestano sul 24% ed il 20%. Questo significa che i quotidiani stanno perdendo terreno sulla media dei lettori totali sul web.

Il New York Times ha circa 7,5 milioni di lettori online e vende circa 1,1 milioni di copie cartacee. Il punto è che i lettori online generano solo il 10% degli introiti complessivi mentre coloro che acquistano il giornale tra il prezzo pagato e la pubblicità, il rimanente 90%. Senza contare che i ricavi dalla vendita off-line stanno progressivamente calando.

Considerando questi dati penso possa risultare evidente che le determinanti di questa situazione non sono certamente i costi dell’inchiostro, della carta o la distribuzione fisica del giornale, quanto piuttosto la diversa entità dei ricavi derivanti dalla pubblicità on/off line e di conseguenza il costo di produzione dei contenuti.

Sembrano essere queste le ragioni per cui molti dei giornalisti americani sono estremamente preoccupati e se il trend continuerà in futuro, come è probabile, ne hanno tutte le ragioni.

Non stupisce dunque che in molti siano alla ricerca di un modello di business alternativo. Murdoch, ad esempio, dopo aver annunciato di voler rendere il Wall Street Journal interamente gratuito su Internet, ci ha ripensato ed ha dichiarato che alcune porzioni del giornale online rimarranno comunque disponibili per i soli abbonati.

La situazione in Italia? In Italia il problema sta a monte e non è legato al Web. La vendita dei quotidiani, infatti, non copre le spese sostenute per realizzarli, quindi, in virtù del principio della libertà dell’informazione, sono stati introdotti i contributi statali che hanno per altro la ridondante virtù di risolvere anche eventuali problematiche relative la concorrenza online.

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